Bianca Lodola, figlia d'arte con stile

In mostra a Forte dei Marmi i suoi ritratti di star da terzo millennio

Luca Beatrice

Dicono che i figli d'arte siano sempre penalizzati, a meno di non citare il caso di Paolo Maldini, anche più bravo del padre Cesare. Ma Bianca se ne frega, coraggiosa com'è. Se ne frega del cognome ingombrante, Lodola, e del fantasmagorico padre, Marco. Classe 1994, formatasi all'Accademia di Brera, Bianca Lodola è dotata di un talento pittorico istintivo. È capace di vedere le immagini, metterle a fuoco, concentrandosi su volti di cui non studia particolari né tratti somatici utili a definire un profilo psicologico. Le interessa il potere iconico di certe facce che va persino aldilà del personaggio. Zio Andy, insomma, insegna: il ritratto contemporaneo nasce con lui. Bianca lo sa, impara la lezione per attualizzarla nel tempo dell'immagine veloce. Pittura d'accordo, ma da terzo millennio. L'anno scorso presentammo insieme a Milano, con la complicità di Red Ronnie, i lavori di esordio della giovane Bianca. «Wanted Man», ovvero le espressioni più truci di quei rocker che sono stati modelli di vita e di arte. Una galleria di «who is who» di soggetti strani Bowie, Dylan, Morrison e altri- che sembrano appartenere alla discografia dei suoi genitori e invece sono suoi, perché Bianca non ascolta musica di plastica.

Fino a settembre, al Centro Culturale Lazzaro di Forte dei Marmi, la ragazza affronta ora le anime ribelli di quegli artisti di cui, dice, si sa tutto sull'opera, meno sul viso. I suoi Soul Rebel 2017 sono Picasso, Frida Kahlo, Dalì, Artemisia Gentileschi, Van Gogh. In fondo, gli archetipi delle superstar di oggi, ma molto molto più credibili.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica