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Un boss in salotto, l'odio di Paola Cortellesi per il suo personaggio

Un boss in salotto è una commedia che parla di famiglia, di luoghi comuni e delle differenze tra nord e sud; ma è anche il film in cui Paola Cortellesi ha dovuto imparare ad apprezzare un personaggio che in realtà non le piaceva

Un boss in salotto, l'odio di Paola Cortellesi per il suo personaggio

Un boss in salotto è il film di Luca Miniero che va in onda questa sera alle 21.30 su Canale 5. Si tratta di un film in cui il regista, noto soprattutto per aver diretto i due campioni d'incassi Benvenuti al sud e Benvenuti al nord, torna a parlare del conflitto tra meridione e settentrione utilizzando sempre i toni della commedia.

Un boss in salotto, la trama

Il film di Luca Miniero racconta la storia di Cristina (Paola Cortellesi), una donna che dal sud è riuscita a trasferirsi in un piccolo centro del nord dove è riuscita a trovare un lavoro remunerativo e, soprattutto, l'amore della sua vita. Cristina, infatti, è sposata con Michele Coso (Luca Argentero), con il quale ha avuto due figli. La sua vita scorre tranquilla e serena e la donna pensa di aver raggiunto la massima felicità, ma di punto in bianco la sua quotidianità viene stravolta dall'arrivo di suo fratello. Ciro (Rocco Papaleo) è un camorrista, alle prese con un processo volto a sancire il suo coinvolgimento. Soprattutto è un uomo che Cristina non vede da quindici anni: ma quando Ciro chiede di poter trascorrere gli arresti domiciliari a casa della sorella, Cristina non riesce a dire di no. Sarà l'inizio di un incubo per i coniugi Coso, perché Ciro è quanto di più lontano si possa immaginare dalla loro idea di ordine e buone maniere.

Ecco perché a Paola Cortellesi non piaceva il suo personaggio

Girato - come si legge su Cinema Fanpage - tra Bolzano, Merano, Appiano, Bressanone e San Candido, in Alto Adige, Un boss in salotto è una pellicola che gioca su alcuni stereotipi per intrattenere lo spettatore e divertirlo. Se da una parte c'è la consueta lotta tra nord e sud, che si trascina dietro una mole non indifferente di pregiudizi, nella commedia di Luca Miniero non mancano nemmeno riferimenti a quelli che sono gli archetipi del personaggio mafioso e degli abitanti del nord alle prese con una vera e propria ossessione per l'ordine che rasenta il disturbo compulsivo. In effetti, però, è proprio l'uso di questi luoghi comuni a far funzionare la pellicola perché la banalità di certe costruzioni narrative è data dal fatto che esse corrispondano in buona parte alla realtà delle cose e agli spettatori piace ridere di se stessi e delle idiosincrasie del proprio paese e dei propri concittadini.

Una che invece non ha riso per le manie del proprio personaggio è Paola Cortellesi che, durante la promozione del film in occasione dell'uscita, dichiarò di non avere un forte legame con il personaggio di Cristina e di non amarlo nemmeno particolarmente. Sebbene, come si può leggere su Everyeye, Paola Cortellesi abbia contribuito alla costruzione del personaggio, aiutando anche Luca Miniero nella stesura della sceneggiatura, il suo rapporto con Cristina è stato quantomeno difficoltoso.

Durante la conferenza stampa riportata sempre da Everyeye, infatti, l'attrice ha dichiarato di aver dovuto imparare a trovare degli aspetti positivi su cui poter lavorare nella costruzione del personaggio. Nello specifico ha detto: "Del mio personaggio non mi è piaciuto nulla, nel senso che non è una donna che amo, ma quando fai un personaggio detestabile devi imparare a volergli bene, anche se è una che maltratta i figli e il marito e che è scortese con il fratello. Ha una sua fragilità e mi piaceva sia questo che l'idea di divertirmi con un dialetto particolare, ricordo che Luca mi propose il personaggio proprio all'inizio della stesura della storia.

È un personaggio scorretto, una donna molto fastidiosa, l'ho interpretata pensando che questo suo modo di fare potesse essere più divertente che irritante."

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