Cultura e Spettacoli

Brad Pitt è Cogan, killer gentile

"Cogan - Killing them softly", al cinema da giovedì 18 Ottobre, non conosce mezze misure: entusiasmerà alcuni e annoierà a morte altri

Brad Pitt è Cogan, killer gentile

South Boston, settembre 2008. Jackie Cogan è un sicario professionista chiamato a indagare su una rapina avvenuta durante una partita di poker per mano di due piccoli delinquenti, Frankie (Scoot McNairy) e Russell (Ben Mendelsohn), che l'hanno compiuta certi di avere nel gangster locale, Markie Trattman (Ray Liotta), un capro espiatorio.

Dopo "L'assassinio di Jesse James per mano del codardo Robert Ford", il regista neozelandese Andrei Dominik e Brad Pitt tornano a lavorare insieme nell'adattamento per il grande schermo di un romanzo di George V. Higgins del 1974, "Cogan Trade". Il film è un dramma criminale dalla trama esigua, fatto soprattutto di memorabili quanto disperati e ironici personaggi, alcuni dialoghi tra il cinico e il comico, proiettili in volo ritratti al rallentatore e molta alienazione.

"Cogan - Killing them softly" è la messa a fuoco spietata e decadente di una mafia in difficoltà come qualsiasi altra attività economica americana all'inizio della crisi; il momento storico è punteggiato sullo sfondo, via radio o tv, dai retorici proclami per la corsa alla Presidenza del 2008. Si tratta di un'opera a tinte forti, pregna di una visione cupa e senza sconti di un'America in cui business e crimine vanno di pari passo perché parte di un unico sistema con cui, secondo il protagonista, la politica è connivente.

D'indubbia e sapiente eleganza è il retrogusto umoristico del film; particolare perché stridulo, adagiato com'è su pallottole, pioggia, vetri rotti e sangue. Irresistibile è l'accostamento tra la realtà borderline resa dalla fotografia vuota e spietata e alcuni sottofondi musicali di una dolcezza surreale e completamente fuori luogo come "It's only a paper moon" di Cliff Edwards, datata1933, e "Love Letters" di Ketty Lester del 1964.

Il titolo del film e il codice morale del protagonista, uccidere dolcemente, sono insomma tutti in questa fusione estetica tra scene crudeli e motivetti dalla grazia bon ton. Di queste finezze e della grande performance attoriale di tutti gli interpreti, bisogna dare atto; ma per il resto, guai ad aspettarsi un film d'azione: il ritmo è quello lento di certe vecchie pellicole drammatiche.

E' un'opera che fin dal titolo si nutre di contraddizioni e che ha nelle anomalie la sua forza e il suo fascino. Per questo motivo probabilmente deluderà molti e sorprenderà altrettanti.

Il consiglio è quanto solitamente sconsigliabile: guardare il trailer prima di recarsi al cinema, per sapere di quale atmosfera particolare, rara e bizzarra si sarà in ostaggio per un paio di lente ore.

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