Cultura e Spettacoli

La carica dei "tormentoni" di Natale

Senza feste e vacanze, cresce l'ascolto di musica. E si cercano canzoni "positive"

La carica dei "tormentoni" di Natale

Proprio così: positivi, confortevoli, veloci. Per la prima volta sembrano arrivare i «tormentoni di Natale», una carica di brani che, come fa sempre il pop, esorcizzano il momento cupo che stiamo vivendo. Forse è un caso. Oppure è una Bella storia come il brano di Fedez che, non per nulla, da qualche giorno è il più trasmesso dalle radio. Isolati in casa, senza vacanze o feste da programmare, si ascolta più musica, e la tendenza non riguarda soltanto i giovanissimi, ma tutte le fasce d'età.

E non è questione solo delle prevedibili Let it snow o Jingle Bells (anche se Achille Lauro e Annalisa cantano una potente Jingle Bell Rock) ma proprio di melodie e testi che siano «curativi» e distraggano dalle zone rosse o gialle e dai rituali, tragici bollettini giornalieri. Ad esempio Don't worry dei Boomdabash oppure Contatto dei Negramaro, brano già indovinato ma adesso ancor più potente perché quella parola, contatto, sarà la meno usata e «praticata» in queste festività. Anche Volente o nolente di Ligabue ed Elisa con il telefono che «dipendesse da me suonerebbe solo notizie belle». C'è voglia di allegria e la si prende dove è possibile: ossia nella musica leggera. Tanto per capirci, Spotify, il leader dello streaming musicale, ha notato un incremento del 25% (rispetto al 2019) delle ricerche di playlist di Natale già a ottobre. Persino a settembre più gente del solito cercava le celeberrime «canzoni di Natale» come Last Christmas degli Wham o All I want for Christmas is you di Mariah Carey o qualcuna a caso di Michael Bublè, il cui disco Christmas è velocemente rientrato in classifica prima del previsto. Di solito a settembre si «strimmano» (cioè si ascoltano in streaming) ancora i successi dell'estate. Stavolta si pensava già a Natale. È la prima volta che succede (e speriamo l'ultima) ma è un chiaro indicatore di come la musica scelta sia sempre collegata all'attualità e al momento che il pubblico sta vivendo.

Insomma Let's love, amiamoci, come canta Sia con l'electronic dance di David Guetta che è nella top ten dei brani più trasmessi dalle radio italiane e pure nel resto d'Europa funziona bene. Anche Scooby Doo dei Pinguini Tattici Nucleari ha qualcosa di estivo e disimpegnato con quel «siamo figure losche, facciam male alle mosche, togliamoci la maschera alla Scooby Doo» che però si spegne con il riferimento al «fottutissimo 2020». Bel pezzo, che resisterà anche nel 2021. E se Frankie Hi Nrg, il vero maestro del rap italiano (diffidare dalle imitazioni) intercetta il pensiero di tanti sperando di volare tra le Nuvole senza muoversi da casa. Memorabile il verso «Esser fuori dal comune senza uscire dal comune» involontario riferimento al divieto di spostarsi durante le feste natalizie. Per farla breve, i brani che si ascoltano di più in questo periodo sono tutti una sorta di reazione del pop alla negatività che ogni giorno si respira nell'aria, nei talk show, nella vita.

La voglia di libertà e ribellione di Miley Cyrus in Midnight Sky, ad esempio, oggi ha un significato diverso a quello che avrebbe potuto avere un anno fa. E se Can't stop Christmas di Robbie Williams diventerà giocoforza un tormentone di Natale, anche l'inoffensivo e ripetitivo Girl like me di Black Eyed Peas con Shakira ha una leggerezza una volta imprevedibile in un periodo come questo.

Dopotutto, si sa, la musica è il primo termometro dell'animo popolare e intercetta lo spirito del tempo prima di tutto il resto. Perciò ora il pop di fine anno non si veste da Babbo Natale ma di speranza.

E di ottimismo, stavolta ci vuole proprio.

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