Cultura e Spettacoli

Checco Zalone e l'sms di Renzi

L'attore parla di un sms ricevuto da Renzi subito dopo l'uscita del film: ecco cosa ha scritto il premier

Checco Zalone e l'sms di Renzi

Checco Zalone torna a parlare. Dopo il successo del suo "Quo Vado", l'attore si confessa in un'intervista a Sette e svela alcuni retroscena inediti. A chi lo accusa di essere indulgente con i difetti degli italiani risponde così: "Di questo schifo che siamo noi italiani, penso che qualcosa vada salvato. È il motivo per cui ho successo. Non mi piace puntare il ditino dall’alto di un piedistallo". Poi parla di un sms ricevuto da Renzi subito dopo l'uscita del film: "Mi ha scritto per farmi in bocca al lupo e per dirmi che sarebbe stato in prima fila con tutta la famiglia. Ha aggiunto anche un post scriptum per commentare la parte che lo riguarda della canzone La Prima Repubblica, 'Ma il Presidente è toscano/ell’è un gran burlone/ ha detto “eh, scherzavo” /piuttosto che il Senato mi taglio un coglione'. Ecco il suo sms: 'Prima di tagliarmi un coglione taglio Senato, Camera e Palazzo Chigi. Ai coglioni tengo molto'. Poi mi ha chiamato e mi ha fatto la classifica delle gag preferite dai figli". Poi insinua scherzosamente che forse il presidente del Consiglio volesse cavalcare l’onda del successo zaloniano: "Il sospetto? La certezza! Ahahah. Scherzo, eh".

Poi il racconto della sua "storia" con Gennaro Nunziante, il regista con cui hai realizzato i suoi film. "Siamo una coppia di fatto. Lui era un autore leggendario di Telenorba. Un giorno mi dissero che stava cercando un finto cantante neo-melodico per lo show Sottano’s, la parodia dei Soprano’s. Mi presentai col pezzo La globalizzazione. Dopo avermi ascoltato, mi chiese: “Ma ci sei o ci fai?”. Mi prese". Inevitabile infine un rapido passaggio sugli incassi delle pellicole: 14 milioni con Cado dalle nubi, 43 con Che bella giornata, 52 con Sole a catinelle, con Quo vado? più di 60.

"Mica vorrai parlare di soldi. Non posso. Ma calcola che io non monetizzo questo successo. Quando ero a Zelig accettavo serate e comparsate alle convention, ora ho smesso e, a differenza di molti colleghi, non faccio pubblicità, nonostante ci sia la fila. Compagnie telefoniche, case automobilistiche. Ti fanno offerte tali che ti senti un po’ coglione a rifiutare". Ma lui rifiuta comunque perché per Zalone sarebbe come un tradimento. "La gente ti viene a vedere, si diverte, ti vuole bene… e tu prendi la tua faccia da cazzo e la metti a disposizione di un prodotto? Non si fa. E non per afflato idealistico, ma per educazione. Poi c’è anche un problema di convenienza: se ti vedono tutti i giorni in tv negli spot, quattro volte il pomeriggio e sei la sera, perché poi dovrebbero venirti a vedere al cinema?". "Comunque, alla fine prenderò quanto un discreto giocatore di serie A.

Anzi no, quanto uno scarso".

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