A chi somiglia Erri De Luca? Alle nuvole...

Il nuovo, sottilissimo libro è ispirato alla storia di Giuseppe e Maria. Anzi Miriàm e Iosèf

Massimiliano Parente

È un trend italiano quando non hai idee, il blocchetto dello scrittorino: buttarla sul poetico-religioso. Aldo Nove e Michela Murgia in crisi mistica hanno scritto sulla Madonna, Baricco su quattro ragazzi simil-evangelisti, Erri De Luca sforna per Feltrinelli il solito librino sottile sottile come un'ostia, intitolato La faccia delle nuvole. Protagonisti: Giuseppe e Maria.

È un modo narrativo di chiedere asilo politico alla Chiesa, se li stronchi si appellano allo Spirito Santo. I due sono chiamati correttamente Miriàm e Iosèf (fa più fico), ottanta pagine in tutto, inclusa un'appendice di venti pagine, perché Erri si è documentato. Se cambiate i nomi, e mettete Luigi e Carla, sembra una pièce teatrale tra due imbecilli. Nella sessanta paginine c'è un accenno della fuga in Egitto, per fortuna non c'erano i treni a alta velocità altrimenti a Erri toccava convertirsi alla Tav.

Ma cosa c'entrano le nuvole? È la frase stampata sulla quarta di copertina: «Ogni nuova creatura ha la faccia delle nuvole». È lì il tocco magico di Erri, il succo della storiella. Giuseppe (Iosèf, pardon) si domanda come mai questo figlio non assomigli a lui. Il culmine è pagina 49, quando Iosèf sbotta: «Non voglio più sentire nessuno che dice a chi somiglia. Se no gli metto un cartello al collo: Non somiglio a nessuno». Mirìam: «Non sia mai! Che dici Iosèf? Satàn è l'accusatore, lui non somiglia a nessuno e si trasforma in chiunque per portare scompiglio». Iosèf: «Dicevo per dire, Miriàm, non voglio più sentire che somiglia a qualcuno. Basta con questa favola, nostro figlio non ha la faccia delle nuvole che cambiano forma e profilo secondo il vento». Miriàm: «E noi a chi rassomigliamo?».

E qui viene fuori tutta la potenza poetica di Erri, perché Iosèf risponde: «La tua pelle somiglia al legno di faggio piallato, fitto di nei come le tue braccia. La tua fronte è la luna d'estate che illumina in terra e schiarisce il buio». Immaginatevi che accrocco di donna deve essere una con la pelle di un tavolo e una faccia a palla luminosa, al massimo una lampada Ikea, infatti lei lo ferma subito: «Fermati amore mio, non ti ho chiesto un poema».

E non le viene il sospetto che Giuseppe sia solo Erri De Luca? Comunque sia mater semper certa est, pater numquam, quindi provate un po' a dire a vostro marito dubbioso sulla sua paternità che il bambino non gli somiglia perché ha la faccia delle nuvole, e vedete se se la beve.

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