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"Totti non può averle scoperte...". Ora parla l'investigatore

Il detective, che secondo Dagospia sarebbe stato pagato da Ilary per seguire il Pupone, ha spiegato cosa non torna nelle dichiarazioni rilasciate da Totti sulle microspie rinvenute nella sua vettura

"Totti non può averle scoperte...". Ora parla l'investigatore

Mentre Federpol è pronta a querelare chiunque leda la credibilità degli investigatori privati, uno dei suoi maggiori rappresentati, Ezio Denti, è sceso in campo per dire la sua in merito alle dichiarazioni rilasciate da Francesco Totti. Al Corriere il Pupone ha raccontato di avere trovato cimici e gps sotto la sua macchina e di essere stato pedinato (come del resto la sua nuova fiamma Noemi Bocchi) dagli investigatori.

Interpellato dall'agenzia di stampa Adnkronos, però, Ezio Denti si è detto stupito dalle parole di Totti: "Faccio fatica a pensare che Francesco Totti possa essersi accorto di un mio collega che piazzava microspie, primo perché sono illegali, secondo perché sarebbe proprio un incapace a farsi scoprire". Secondo Dagospia Ezio Denti sarebbe l'investigatore che Ilary Blasi avrebbe ingaggiato per seguire il marito e scoprire la sua infedeltà. Ma il professionista ha preso le distanze dalle voci (ma senza negare): "Anche se fossi io l'investigatore incaricato da Ilary Blasi, non posso rivelare nulla dei miei clienti, per una questione di segreto professionale".

Al contrario, Denti ha potuto e voluto fare delle precisazioni in merito al modus operandi degli investigatori privati che, per legge, sono obbligati a muoversi nell'assoluta legalità: "Le microspie sono illegali. Il localizzatore, al contrario, può essere utilizzato come ausilio ai fini investigativi esclusivamente, come prevede la legge, da un professionista incaricato con mandato". Eppure l'ex capitano giallorosso ha parlato di cimici posizionate sotto la sua auto per tracciare i suoi spostamenti e ha puntato il dito contro chi ha pedinato lui e Noemi.

Ma anche su questo punto Ezio Denti ha spiegato: "L'investigatore può localizzare i veicoli, iniziare una attività di accertamento anche sulla presunta amante del soggetto che si sta controllando, ed è il caso dei colleghi appostati sotto casa dell'altra donna. E' previsto, la legge lo prevede. Le cimici no, quelle non sono mai autorizzate".

Impossibile dunque che un investigatore professionista "di livello" - come ha sottolineato Denti - si sia fatto scoprire e abbia utilizzato metodi illegali per portare prove convincenti, che ora potrebbero tornare utili per l'accordo sul divorzio.

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