Claudia Gerini: "La sensualità fa parte del mio essere. Oggi sono completamente libera"

Intervista all'attrice capitolina, protagonista di "Mancino naturale" di Salvatore Allocca. Il film arriverà domani nelle sale italiane con Adler Entertainment

Claudia Gerini: "La sensualità fa parte del mio essere. Oggi sono completamente libera"

Una madre innamorata del figlio e del suo talento calcistico, disposta a tutto per realizzare il suo sogno, ma anche una storia intima e di riscatto che non lascia indifferenti. Il 31 marzo, distribuito da Adler Entertainment, arriverà nelle sale italiane “Mancino naturale”, commedia drammatica diretta da Salvatore Allocca, che conferma la grandezza di Claudia Gerini: un ruolo difficile, ricco di sfumature, interpretato in maniera straordinaria.

Nel film veste i panni di Isabella, una madre caterpillar. È così anche nella vita?

“Sì, sono così anche nella vita. Se dovessero toccare le mie figlie, come tutte le mamme diventerei un gigante alto sei metri (ride, ndr). Diciamo che sono molto protettiva e molto innamorata delle mie figlie: probabilmente anche io mi batterei e tirerei fuori le unghie, sono una mamma che reagisce, su questo non ci sono dubbi”.

Qual è il messaggio principale di “Mancino naturale”?

“Quello di dare la possibilità ai propri figli di seguire le loro attitudini, senza mai dimenticarsi che sono dei bambini. Isabella ha un amore infinito per il figlio, ma gli affida responsabilità più grandi di lui. Fa un errore fondamentale, commesso purtroppo da molti genitori: riversa su di lui tutte le sue frustrazioni. Ma suo figlio è un bambino che deve giocare, non deve pensare alla sua realizzazione futura. Questo film parla di disfunzionalità genitoriale ma anche di tutto ciò che ruota attorno al calcio giovanile, degli approfittatori che si muovono per interessi molto grandi".

Come ha lavorato su questo personaggio?

“Io ho cercato di rendere Isabella in tutte le sue contraddizioni: è una donna forte ma anche fragilissima. Questo duo mamma-figlio contro tutto il mondo è emotivamente coinvolgente, una coppia contro i massimi sistemi. Come sempre, cerco di mettere i piedi nelle scarpe di altre persone e cerco di fare riferimento ai modelli che ho osservato. Lei ha una femminilità prorompente ma allo stesso tempo la mette da parte, perché pensa solo al figlio, anche a causa di un suo senso di colpa”.

Lei è un simbolo di sensualità e femminilità al cinema: quanto è importante per una donna?

“La sensualità fa parte del mio essere. Per me una persona è sensuale quando lo è inconsapevolmente. Io ho incarnato personaggi sensuali, sono diventata famosa con la frase ‘lo famo strano’ (ride, ndr). Essere sensuale significa anche vedere il mondo con occhi meno razionali. Per me conta fino a quando non ne fai una bandiera unica: è bello per una donna essere anche sensuale, ma non solo quello. La femminilità è importantissima, ma non si può relegare solo a strumento di seduzione. La femminilità è accoglienza, pazienza, dolcezza e energia. Una donna può essere un capo d’azienda, può fare il polpettone o portare a casa una formula di fisica, e restare femminile: la femminilità è sempre positiva se la si concepisce in modo sano”.

C’è una critica o una maldicenza che le ha fatto male?

“No, direi di no. Non posso lamentarmi di qualcosa di particolare. I giornalisti magari hanno scritto qualcosa, ma non mi ha colpito nessuna critica brutta. Anche perché le critiche brutte non le leggo (ride, ndr). A parte gli scherzi, le critiche bisogna accettarle, soprattutto se costruttive. Alle cattiverie immotivate, invece, non do la minima importanza”.

A che punto è la rivoluzione femminile a suo avviso?

“Sta crescendo molto. È un movimento che va avanti da decenni. Le donne riescono sempre più a ricoprire ruoli importanti. Pensiamo agli Oscar, dove due donne hanno vinto il premio al miglior film e il premio alla miglior regia. O pensiamo alla politica europea, anche se in Italia siamo indietro. Abbiamo sempre più importanza, stiamo avanzando come peso professionale. È un processo che necessita ancora di parecchio tempo. Certo, se vediamo al violenza di genere cade un po’ tutto: culturalmente siamo indietro”.

Le giornate contro la violenza lanciano messaggi importanti, ma concretamente cosa possiamo fare?

“Bisogna attaccare su più fronti, a partire dalle scuole: bisogna continuamente educare i bambini alla non violenza. Bisogna educare le ragazze a pretendere rispetto, anche in famiglia. Poi nei centri anti-violenza bisogna formare le persone che accolgono le denunce, serve gente psicologicamente preparata. E bisogna lavorare sulle pene, proteggendo davvero le vittime di stalking: serve intransigenza”.

Parlando di politica: qualche anno fa non escluse di scendere in campo…

“Ho già fatto il sindaco, ma in un film… (ride, ndr). No, la politica mi farebbe venire il mal di fegato. Mi piacerebbe, ho una sorta di vocazione, ma il mio impegno nel cinema è centrale. Se ne era parlato per una boutade, ma ho assolutamente glissato. Mi è piaciuto fare il sindaco in un film, mi basta così (ride, ndr)”.

Prossimamente arriverà nelle sale italiane “Tapirùlan”, il suo debutto alla regia…

“Mi sono approcciata a questo progetto quando era ancora un soggetto di 18 pagine. Inizialmente volevo solo recitare. Poi è nata l’idea di mettere una quota produttiva, per seguirlo fino alla fine. L’idea di curare la regia è giunta all’improvviso. Ho fatto questo passo per la natura del film, girato in un’unica location e incentrato su una protagonista con un percorso psicologico che mi sentivo di governare. La protagonista, Emma, fa consulenza psicologica online ed è anche una runner, abbiamo creato un personaggio permeato da una solitudine evidente. E capiremo perché ha scelto questa vita…”.

"Il politicamente corretto per la libertà di espressione è un fardello. Per l’arte è un problema, visto che l’arte migliore nasce da un intento di scorrettezza", parola di Paolo Sorrentino. Lei come valuta questo politically correct dilagante?

“Sono molto d’accordo con Sorrentino. L’arte non deve seguire nessuna regola di correttezza. L’animo umano è imperfetto, è scorretto. Il politicamente corretto va poco d’accordo con l’arte. A differenza del mondo politico e diplomatico, in ambito artistico bisogna essere scorretti: i grandi artisti hanno sempre provocato. Con il politicamente corretto non avremmo avuto l’arte contemporanea”.

In questo momento è innamorata?

“Sto vivendo una condizione di contemplazione della libertà. Sono single, sono libera. Sto sperimentando una nuova fase, mi guardo intorno. Non ho un forte sentimento che mi porta a creare una relazione stabile in questo momento”.

Quali sono i progetti futuri?

“A maggio sarò sul set del film di Massimiliano Bruno e Edoardo Leo, reciterò di nuovo insieme a di Stefano Fresi. Ancora cinema, cinema e cinema!”.

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