il commento 2 Sceneggiato che resta sotto la vetta

di Laura Rio
Più che la montagna degli italiani, pare la montagna dell'italietta. Perché la fiction sulla conquista del K2 riassume in sé alcuni dei motivi per cui le serie della Tv pubblica sono destinate a restare ancorate a vecchi schemi. Nonostante la serie andata in onda su Raiuno lunedì e martedì sia una coproduzione italo-austriaca (Rai Fiction, Red Film e Terra Internationale Filmproduktionen) e sia stata realizzata una versione in inglese. A parte il pasticcio della ricostruzione storica di cui si è lamentato, tra gli altri, Reinhold Messner (e di cui riportiamo a fianco), a lasciare perplessi è il passo incespicante della sceneggiatura e il livello della recitazione. Certo, lo sforzo della Rai, della produzione e degli attori (tra gli altri Marco Bocci nei panni di Walter Bonatti e Massimo Poggio in quelli di Achille Compagnoni) che per otto settimane hanno girato a più di 3mila metri di altezza vestiti con abiti anni '50 è lodevole, ma rimane in bocca un gusto provinciale.

Si resta nei limiti dello sceneggiato per la platea del primo canale, lontano dalla scrittura moderna di cui a volte anche la Rai ha dato prova. E il pubblico lo ha capito. Martedì sera, seconda e ultima puntata, la fiction è stata sorpassata da Ballarò di Raitre: 4.516.000 spettatori con solo il 16,6% di share contro il 19. Altro che vetta.

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