Ecco un nome da ricordare, Nina di Majo. Sperando che questo riuscito esordio trovi presto, o anche un po più tardi, conferma. Per carità Matrimoni e altri disastri, che già nel titolo porta impressa lironia della regista, non è certo un capolavoro. Ma nellasfittica commedia allitaliana, piena di pedanti tromboni, spicca per arguzia, leggerezza e senso dellumorismo. La storia è semplice, anzi, a dirla tutta, il pretesto su cui si regge è fin troppo fragile. Dunque, siamo a Firenze e la rassegnata single sui quaranta Nanà (Margherita Buy) vive sola con il gatto Marcel, tenendo scrupolosamente sul pc la propria contabilità sentimentale: sono 985 giorni che non fa più lamore. Una carriera rosa con due soli flirt, uno da liceale fermatosi al bacio, laltro, di dieci anni, con un tal Paolo che poi si è fatto prete.
Lavora nella sua piccola libreria con laffamatissima amica Benedetta (Luciana Littizzetto), madre del ribelle Leonardo, a cui dà lezioni di italiano. È una che non sa dir di no, come dimostra la presenza sul divano di casa del sedicente regista svedese Sven (con relativo sberleffo a Lars von Trier). Infatti quando le nozze della sorella minore Beatrice (Francesca Inaudi) rischiano di saltare, perché la ragazza deve trasferirsi per lavoro un mese a Los Angeles, si offre di organizzare tutto con il futuro cognato, larrogante arrampicatore Alessandro (Fabio Volo), impiegato nellazienda vinicola di famiglia. Una decisione difficile per chi è così allergico al matrimonio.
Si ride spesso, anche se certi personaggi sono poco più che macchiette, con la Littizzetto nellimmutabile ruolo della sfigata. E poi Volo è bravo e la Buy magnifica. Pazienza se mamma Marisa Berenson in realtà ha soltanto quindici anni più di lei.
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