Cultura e Spettacoli

Dai saggi ai romanzi. Così la letteratura ci ricorda il coraggio di chi lottò per la libertà

Le vicende di Truus Wijsmuller o di Selma van de Perre sono emblematiche di un'epoca piena di ferocia che non va dimenticata

Dai saggi ai romanzi. Così la letteratura ci ricorda il coraggio di chi lottò per la libertà

Come ogni anno sono tante le pubblicazioni che accompagnano il Giorno della Memoria. Col trascorrere degli anni sono sempre meno i testimoni diretti di quella tremenda violenza e quindi la letteratura e i testi scritti diventano sempre più importanti per tramandare il ricordo della Shoah e renderlo comprensibile a generazioni che vivono in un contesto molto diverso.

In questo senso è prezioso ad esempio un testo appena pubblicato da Odoya e scritto da Franca Tagliacozzo e Bice Migliau: Gli ebrei nella storia e nella società contemporanea (pagg. 720, euro 32, con la prefazione di Noemi Di Segni). Si tratta di un testo molto divulgativo che ha il pregio di raccontare in modo diffuso la vicenda degli ebrei dalla Rivoluzione francese sino ai giorni nostri. Il senso del libro è proprio quello di non schiacciare l'identità ebraica sulla storia antica o sulle vicende tragiche della Guerra mondiale. Il testo fa vedere tutto lo spessore di una cultura inscindibilmente intrecciata con la storia europea e mondiale. Mostra l'insensatezza delle radici d'odio che hanno portato alla violenza nazista.

Al capo opposto della narrazione, passando dalla macrostoria alla microstoria, è notevole la testimonianza di Selma van de Perre che in Il mio nome è Selma (Mondadori, pagg. 168, euro 18) racconta la sue esperienza di perseguitata ma anche di resistente ebraica contro il nazifascimo. La Van de Perre (classe 1922) ha assistito all'invasione da parte della Wehrmacht dei Paesi Bassi nel maggio del 1940. All'occupazione nazista fece immediatamente seguito la persecuzione crudele e sistematica della popolazione ebraica che stravolse completamente la vita di Selma, allora studentessa, e dei suoi correligionari. Allontanati dai luoghi di lavoro, braccati dalla Gestapo, dalla polizia collaborazionista e dai delatori, migliaia di ebrei olandesi furono deportati nei campi di sterminio. Selma fece una scelta dura e coraggiosa, Per due anni, sotto il nome di «Marga» lottò con la resistenza. Viaggiò come staffetta attraverso l'Olanda, il Belgio e la Francia per raccogliere informazioni, portare ordini, falsificare documenti di identità e tessere annonarie. Contribuì alla fuga di centinaia di ebrei verso l'Europa meridionale e la Palestina. Fino a quando, nell'estate del 1944, venne arrestata e deportata, come prigioniera politica, a Ravensbrück, dove riuscì incredibilmente a sopravvivere.

Sono molti anche i romanzi che si dedicano a raccontare la persecuzione subita dagli ebrei. Tra i nuovi titoli spicca, per stile di scrittura e accuratezza, L'ultimo treno per la libertà di Meg Waite Clayton (HarperCollins, pagg. 505, euro 18,90).

Racconta seppur in forma romanzata la vicenda di Truus Wijsmuller tra le principali organizzatrici del kindertrasport che salvò la vita a più di 10mila ebrei in fuga dall'Austria annessa dai nazisti.

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