Gigi D'Alessio che balla, insomma muove qualche passetto... E Vanessa Incontrada che canta... No, non è il gioco degli scambi, ma il nuovo show di Raiuno in onda da stasera dove i due protagonisti si provano a tutto tondo: danzano, recitano, duettano. E, ovviamente, interagiscono sul filo dell'ironia per dar vita coppia inedita di conduttori. Nel titolo del programma si trova la chiave della scelta, se vogliamo un po' forzata, della coppia: 20 anni che siamo italiani. Che per Vanessa è legata al fatto che, lei spagnola, vive stabilmente nel nostro paese da due decenni. Mentre per Gigi si riferisce al suo «sdoganamento» in quanto cantante «italiano» e non solo napoletano. Comunque, in sostanza, i due saranno i capitani di uno show leggero e spensierato che, attraverso delle istantanee, delle fotografie, dei ricordi, correrà a zig zag per questi vent'anni. Bando alle nostalgie, agli amarcord, solo un pretesto per cantare, costruire performance e giocare con grandi personaggi dello spettacolo come, tra gli altri, Gianna Nannini, Claudio Amendola, Amadeus, Mannoia, Panariello, Mika, Marco Giallini, Umberto Tozzi, Raf, Laura Chiatti. Nomi, insomma, da farci un intero Sanremo. Per fare un esempio: quattro pianoforti sul palco suonati in contemporanea da Gigi, Gualazzi, Rovazzi e Morgan per un omaggio a Carosone.
«Sono molto contenta di fare questo show - spiega la Incontrada - perché permette di esprimersi in tanti modi, senza essere ristretti in catalogazioni. All'estero un artista fa di tutto, canta, balla, recita. Anche qui in Italia si sta andando su questa strada». Ma l'Italia, che fama, lavoro, carriera e famiglia le ha donato, cosa rappresenta per la presentatrice? «Io ormai mi sento più italiana che spagnola anche se sono nata a Barcellona - racconta in conferenza stampa - Incontrada è un cognome napoletano, perché mio padre ha origini napoletane, mia nonna calabresi. Io sono una persona fortunata perché qui sono stata accolta in maniera meravigliosa». Ma per lei com'è cambiato il nostro Paese in questi vent'anni, cosa non le piace? «Non è il caso di fare l'elenco delle cose che non vanno, questo è un paese complesso, che vive momenti difficili, come ne ha vissuti tanti nel passato e ne vivrà in futuro ancora di più, come del resto in tutto il mondo». E che dire della petizione scatenata sui social che chiede che venga scelta lei per la co-conduzione di Sanremo? «Ovviamente mi piacerebbe - risponde serafica - se qualcuno me lo chiedesse». Anche per D'Alessio «l'italianità» è cominciata vent'anni fa. «È stato quando sono salito sul palco di Sanremo e ho cantato Non dirgli mai - racconta con la solita ironia -. In quel momento sono uscito dai confini campani. Prima ero conosciuto solo al Sud, ero solo un cantante napoletano, poi sono diventato un cantante italiano. E dopo sono riuscito addirittura a superare le Alpi.... Però continuano a definirci neomelodici, chissà perché ci sono i cantatori milanesi, i cantautori genovesi, e i neomelodici, con quella accezione negativa». Ma Gigi non ce la fa a parlare male del paese che ha impiegato 32 anni per sdoganarlo: «Viviamo nel posto più bello del mondo, dobbiamo volergli bene, a me piace tutto dell'Italia... mi fanno pure presentare un programma su Raiuno».
Meno vispa e felice è, per forza di cose, Teresa De Santis, direttrice di Raiuno, in procinto di lasciare l'incarico se mai si arriverà a capo del nuovo giro di nomine che il Cda avrebbe dovuto varare proprio ieri e poi sono state nuovamente rinviate. «Io rivendico i buoni risultati ottenuti dalla mia rete - risponde alle critiche che danno Raiuno in calo di ascolti - . In questi ultimi mesi abbiamo battuto la concorrenza in prime time nella stragrande maggioranza delle serate.
E abbiamo realizzato programmi come 20 anni che siamo italiani e Una storia da cantare che sono la sintesi del mio pensiero, che uniscono tanti ingredienti, l'alto e il basso e mischiano i generi. Poi in altre sedi si prenderanno decisioni che non dipendono da me». Nei prossimi giorni si dovrebbe decidere il cambio con Stefano Coletta, in arrivo da Raitre, ma chissà come andrà a finire...
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