Cinzia Romani
I misteri sono di casa nell'oscurità. Così, quand'è morto Michael Cimino, due giorni fa, all'età di 77 anni, ci si è resi conto di quante cose avesse nascosto, fino all'ultimo, il regista premio Oscar di Il cacciatore (1978). Tra l'altro, ha destato sorpresa il fatto che a twittare la notizia della sua scomparsa non sia stato un membro della sua famiglia, ma il direttore del festival di Cannes, Thierry Frémaux. Il quale ha annunciato: «È morto in pace, circondato dagli amici più cari e dalle due donne che lo amavano. Anche noi lo amiamo».
E se la sua carriera era nota, almeno fino al punto di rottura, coinciso con la disastrosa esperienza de I cancelli del cielo (1980), western epico le cui riprese durarono undici mesi, costando nove volte il budget prefissato da quel flop in poi, nessun produttore si affidò più a lui -, la vita privata era rimasta in ombra.
Nato a New York nel 1939 e considerato autore di punta della new generation autoriale, che comprendeva Steven Spielberg, George Lucas, Francis Ford Coppola e Martin Scorsese, Cimino godeva d'una pessima reputazione, come regista emotivamente instabile ed egoista. Il suo maniacale perfezionismo, al limite dell'ossessione per i dettagli, lo portava a riprendere da cinquanta angolazioni diverse una semplice sedia. Il disastro economico causato da I cancelli del cielo gli valse il soprannome di «bomba del box-office», nel senso che faceva deflagrare le casse della produzione con spese fuori controllo. E infatti, la United Artists fallì. Perseguitato dagli insuccessi, Michael Cimino cercò di tenere un profilo basso, continuando a girare film che al botteghino andavano male, come Sunchaser, del 1996. In ventidue anni di creatività, dal 1974 al 1996, lo strano personaggio laureato a Yale e sbarcato a Los Angeles, per scrivere copioni, ha firmato, tra l'altro, 2002: la seconda Odissea di Douglas Trumbull e Una 44 Magnum per l'ispettore Callaghan.
Per singolare coincidenza, la sua sceneggiatura di Una calibro 20 per lo specialista nel 1973 colpisce la fantasia di Clint Eastwood, che pretende Michael Cimino anche come regista. Con oltre 22 milioni di dollari d'incasso, il film, ambientato nel Montana, si piazzò al quattordicesimo posto nella classifica dei maggiori incassi americani.
Litigioso e attaccabrighe, accusato dai critici di non saper sviluppare i personaggi; osannato dal festival di Venezia e da quello di Cannes, nel 1980 Cimino abbandonò il sembiante maschile. Compiendo una transizione verso il femminile, sempre più simile a Cate Blanchett, che adorava.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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