Dardust, il pop elettronico che cita Bowie e Chemical Bros

Contaminazione ed eleganza. Da Bowie a Bjork, da Einaudi ad Olafur Arnalds. «Mi piace immaginare un pianoforte che suona dentro un'astronave che vola verso il futuro». Da un incipit fortemente sperimentale nasce il sound di Dardust, pseudonimo di Dario Faini. «Dardust richiama l'alieno Ziggy Stardust ma anche un certo mondo elettronico tendente alla psichedelica con un riferimento al primo disco dei Chemical Brothers, Exit Planet Dust ». Una carriera intensa che viaggia verso una metamorfosi diretta ad un percorso solista: «Sono partito come solista con l'elettro pop di Dario Dust. L'intento era di unire il songwriting con un certo tipo di elettronica kraut. Quando sono uscite le prime date dal vivo mi sono spaventato moltissimo. Non avrei mai avuto il coraggio di affrontare un pubblico da solo e quindi sono passato subito agli Elettrodust. Un mio brano arrivò ad Irene Grandi e quindi la Universal mi prese come autore e la mia prima fortuna è partita da li». Pianista, compositore e paroliere per nomi importanti tra cui Renga e Mengoni, Dardust dice: «La trilogia Berlinese di Bowie mi ha profondamente colpito da adolescente. Da lì ho scoperto tutto un mondo elettronico che mi ha portato ad appassionarmi di tanti capolavori che hanno segnato negli anni novanta la scena elettronica. Dai Chemical Brothers ai Daft Punk fino ad Aphex Twin». Un panorama musicale ampio ispira il «Pop strumentale cinematico» del compositore ascolano che con Dardust e con l'album 7, prodotto dalla Universal e rilasciato lo scorso Marzo, dà il via ufficiale alla sua carriera solista: «L'album prende vita a Berlino, in un appartamentino a Niemenstrasse. Finita la session siamo andati ai Funkhaus studios a registrare i pianoforti. Le sonorità sono quelle dei temi minimalisti più mediterranei al piano che vanno ad incontrare i paesaggi islandesi e una certa elettronica che parte da Berlino e finisce a Londra.

Non a caso in questo primo album berlinese di questa trilogia, ci sono già le tappe successive ossia Reykjavik e Londra». Un nuovo punto di partenza per Faini che già pensa al prossimo futuro: «Un nuovo disco 7 Remixed con i brani dell'album remixati e poi l'incontro con la cultura «club-oriented», altro aspetto che ci interessa molto».

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