Cultura e Spettacoli

"Ma anche per Topolino sarà difficile conquistare il pubblico italiano"

L'esperto Giorgio Simonelli: "Noi siamo ancora molto legati alla tv generalista"

"Ma anche per Topolino sarà difficile conquistare il pubblico italiano"

In America la tv della Disney è partita a novembre con il botto ed è già arrivata a 28 milioni di abbonati. Che succederà in Italia dove sbarcherà il 24 marzo? Certo, il nostro mercato è ben diverso da quello statunitense, ma gli altri broadcaster aspettano con ansia il debutto di un colosso che ha come caratteristica principale il possesso di una library immensa composta dai titoli di più grande successo. I diretti concorrenti, come Netflix, abituata alle grandi sfide, confidano sulla forza delle proprie produzioni e sulla realizzazione di serie originali. Mentre Sky, nella crescente strategia di ruolo di aggregatore, sta chiudendo un accordo (dovrebbe essere annunciato nei prossimi giorni) che prevede la presenza di Disney + su Sky Q. Così come è successo con Netflix e Mediaset Play. Insomma, invece di sfidare i concorrenti, la tv satellitare si trasforma in una vetrina. Poi, ovviamente, ogni piattaforma si pone l'obiettivo di convogliare più utenti possibili sui propri canali. Che non è facile in un mercato come quello italiano con un vasto pubblico ancora ancorato al tradizionale telecomando e che fa fatica a passare ai nuovi modi di fruizione, dello streaming, dell'on demand.

«Infatti la vera sfida di Disney sarà conciliare la popolarità dei contenuti che propone con la modernità della forma di consumo», spiega Giorgio Simonelli, esperto di televisione e docente alla Cattolica di Milano e all'università di Genova. «È difficile fare previsioni su cosa accadrà con l'arrivo della casa di Topolino perché l'Italia non è l'America. Il nostro pubblico resta attaccato alla tv tradizionale perché in gran parte anziano e con poca capacità di spendere. Il bacino di utenza più aperto è ancora ristretto e le nuove tv se lo devono spartire. Sarà interessante vedere come si comporterà il potenziale pubblico: teoricamente più ampio, familiare, emozionale quello di Disney e più intellettuale quello di Netflix». Beh, però, in Italia Sky vanta 5 milioni di abbonati e Netflix 2 milioni, persone che pagano per vedere. «Certo, ma non sono numeri giganteschi rispetto alla grande platea televisiva. Sono una élite culturale ed economica. Ma, almeno per ora, non incisiva nel contesto sociale.

Da noi, nell'immaginario collettivo la fiction si identifica ancora con Montalbano o L'amica geniale».

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