Cultura e Spettacoli

Il docufilm Rai che racconta D'Annunzio in chiave pop

C'è chi lo paragona a Berlusconi per la capacità di coinvolgere le masse

Il docufilm Rai che racconta D'Annunzio in chiave pop

C'è chi lo paragona a Berlusconi per la capacità di coinvolgere le masse. Per qualcun altro, saper far leva sulla gente è la stessa abilità che oggi ha Greta Thunberg. L'idea di patria che attraversa la sua vita e le sue gesta per taluni ricorda quella di Sandro Pertini. Addirittura, l'estetica e gli abiti, tra azzardo e provocazione, avrebbero ispirato pure Renato Zero. Lui è Gabriele D'Annunzio e per Giordano Bruno Guerri, presidente del Vittoriale, è stato il primo influencer della Storia perché con la sua vita ha «influenzato» i costumi del suo tempo.

Al Vate è dedicato un documentario dall'impronta decisamente pop ma non certo banale che andrà in onda domani alle 21.25 su Raitre. D'Annunzio, l'uomo che inventò se stesso firmato da Francesca Pirani e Stefano Viali, prodotto da Ince Media e Filippo Cellini in collaborazione con Rai documentari e Luce Cinecittà, è un docufilm di un'ora e mezza in cui Giordano Bruno Guerri prende per mano lo spettatore e racconta vita e miracoli di uno dei più eccentrici e geniali autori della letteratura del Novecento.

Chi avrà già sbuffato, pensando al solito paludato biopic etichettato a prescindere come pesante dovrà ricredersi. Il Vate è raccontato e attualizzato con la freschezza di brevi interviste tra i giovani di oggi, ognuno dei quali dà la propria prospettiva e un'interpretazione inedita della figura di D'Annunzio.

Guerri, invece, spiega con chiarezza e senza falsi pudori i rapporti fra D'Annunzio e Carducci, cita Alberto Arbasino e soprattutto tratteggia il profilo di uno dei primi divi del mondo letterario e politico senza glissare sugli amori che hanno reso un capolavoro la vita dell'autore de Il piacere. Da Isadora Duncan a Eleonora Duse, da Luisa Baccara e Luisa Casati.

Letture tratte da romanzi e poesie scandiscono il valore di un uomo amato da tante donne, inevitabilmente votate a subire il dolore legato ai numerosi tradimenti.

Nulla resta insomma al di fuori di questo interessante racconto dannunziano che sa mescolare passato e presente legando perfino il Vate e i Maneskin.

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