Cultura e Spettacoli

Il dramma di Loredana Bertè: "Mi ha violentata e riempita di botte"

A Verissimo la cantante ha raccontato la terribile violenza subita quando era solo una ragazzina. Un dramma difficile da dimenticare ma spunto per lanciare un messaggio alle nuove generazioni

Il dramma di Loredana Bertè: "Mi ha violentata e riempita di botte"

A 70 anni suonati (i nuovi 50, come li ha definiti lei stessa) Loredana Bertè è ancora una delle protagoniste indiscusse della musica italiana. Ospite della trasmissione Verissimo la cantautrice ha catalizzato l'attenzione dei telespettatori tra aneddoti legati al passato e nuovi progetti per l'immediato futuro. È stato però il racconto di un drammatico episodio vissuto quando aveva solo 16 anni a scioccare Silvia Toffanin e il pubblico da casa.

Ripercorrendo la storia della sua lunga carriera, fatta di successi, amori profondi (come quello con Adriano Panatta) e grandi dolori - come la morte dell'amata sorella Mimì - Loredana Bertè ha raccontato un episodio privato e decisamente doloroso legato alla sua adolescenza. Aveva solo 16 anni quando, di sera, venne adescata da un uomo che abusò di lei: "Avevo 16 anni, facevo serate ed eravamo sempre in giro per l'Italia, ma ero l'unica vergine del gruppo. Tutte mi dicevano di decidermi. C'era questo tizio che mi riempiva di fiori ogni sera, così alla fine dopo un mese ho deciso di uscire con lui. Mi portò in un appartamento scannatoio e quando ho sentito che chiudeva la porta col lucchetto mi sono spaventata. Ero terrorizzata, mi ha violentata e riempita di botte, sono riuscita ad uscire per miracolo, con tutti i vestiti strappati. Mi reggevo in piedi a malapena, un taxi mi portò in ospedale". Calci, pugni, sangue e la fuga da quella violenza che non ha mai dimenticato ma sulla quale ha taciuto con i suoi cari.

Un ricordo doloroso e ancora vivido nella memoria di Loredana Bertè che però, a Verissimo, ha voluto lanciare un messaggio ai giovani di oggi. In un mondo dove la violenza è, purtroppo, sempre più protagonista denunciare è la prima cosa da fare: "Non l’ho mai raccontato alla mia famiglia, sennò le prendevo anche da mia madre, quindi non l’ho potuto denunciare. Le uniche con cui mi sono confessata furono le mie amiche, ho tenuto tutto per me. Fu uno sbaglio, perché, care donne, al primo schiaffo bisogna denunciare.

Non fate come me, non fate questo errore, denunciate sempre".

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