Per carità questo disco «non è il passo successivo della mia carriera, è solo qualcosa che ho fatto e che ho voluto rendere pubblico». Ed Sheeran ha spiegato così, in una intervista con Charlamagne Tha God, l'essenza del disco che esce oggi No. 6 Collaborations Project: «Molte volte mi sono detto vorrei lavorare con quellicome ai tempi di Beyoncé e Bocelli che hanno cantato in Perfect. Nell'arco di un anno, ogni volta che incontravo un artista di cui ero fan o di cui possedevo un album gli chiedevo di andare in studio. E questo album l'ho semplicemente voluto far uscire per poi andare avanti. Sto già lavorando al mio prossimo album». In sostanza, oggi la più famosa e creativa delle popstar pubblica una sorta di divertissement di altissimo livello che risulta essere un riassunto dei suoi gusti musicali. Quindici brani inediti, ventidue collaborazioni con nomi giganteschi della scena musicale come Bruno Mars, Eminem, Travis Scott o Justin Bieber e altri meno noti al grandissimo pubblico (italiano) come Ella Mai oppure Meek Mill & A Boogie Wit Da Hoodie.
La sensazione è che i gusti musicali di Ed Sheeran siano un giro d'orizzonte quasi completo della musica nuova che gira intorno. Qualcuno dei brani, come I don't care (con Bieber) o Beautiful people con Khalid sono già stati pubblicati con strepitoso successo (I don't care è numero 1 in Gran Bretagna da otto settimane) creando una attesa che anche in Italia ha trasformato la pubblicazione di questo disco in un evento. Tanto per capirci, da ieri fino al 14 luglio al Mondadori Megastore di Milano è aperto il primo «Ed Quarter».
Ieri sera a mezzanotte era aperto per festeggiare l'uscita del nuovo album e per tutti questi giorni l'«Ed Quarter» sarà un luogo di ritrovo con attività interattive, giochi ed esperienze musicali a dimostrazione che la musica pop è sempre più un «aggregatore generazionale» in grado di combinare tutte le esigenze del pubblico. C'è pure un palco creato apposta da Warner Music per dare la possibilità ai cantanti emergenti di esibirsi con i brani di Ed Sheeran.
In poche parole, è la celebrazione di un artista che ha avuto un successo planetario pur rimanendo sganciato da gran parte delle strategie di marketing. Non crea scandalo. Non bombarda nessuno con le sue stories su Instagram. Non eccede mai nei commenti o nelle prese di posizione, salvo che su quelle musicali, nelle quali è uno dei più autorevoli in circolazione.
Pur avendo collaborato con tanti artisti, questo ventottenne di Halifax, nel West Yorkshire in Inghilterra, è in grado di riempire gli stadi (come ha fatto a Wembley e anche a San Siro) semplicemente da solo, suonando la chitarra e cantando sotto le luci. Questo No.
6 Collaborations Project conferma la sua versatilità, mescolando il proprio talento con artisti che vanno dal rap ortodosso di Eminem fino all'r&b di Bruno Mars, con il quale peraltro chiude il disco con l'unico brano chitarroso, Blow. Infine c'è una sorpresa: provate a pronunciare oggi il nome di Ed Sheeran ad Alexa e la scoprirete (spoiler: c'è lui che duetta con la voce digitale di lei...).
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