Cultura e Spettacoli

"Emozionata e orgogliosa. Ora corro per l'Oscar poi cerco un'altra sfida"

Laura Pausini: "Emozionata e orgogliosa. Ora corro per l'Oscar poi cerco un'altra sfida. Il mio segreto? Mai accontentarsi. Nel 2022 vorrei pubblicare un disco"

"Emozionata e orgogliosa. Ora corro per l'Oscar poi cerco un'altra sfida"

«Ora mi chiedo: quale sarà la mia nuova sfida?». Laura Pausini è così, senza filtri, scatenata e verace anche dopo esser stata nominata agli Oscar con la canzone Io sì (Seen): «Da quando ho vinto il Festival di Sanremo 28 anni fa, non mi sono mai accontentata». E infatti: mai nessuna canzone cantata in italiano era stata candidata agli Oscar, anche se l'italiano Giorgio Moroder ne ha vinti due (più uno per la miglior colonna sonora). Ieri Pausini ha incontrato (via Zoom) oltre duecento giornalisti e ha «resistito» soltanto per qualche domanda prima di mettersi a nudo: «Sono una donna che si sente sempre come quella ragazza di 18 anni che andò a Sanremo. Ancora oggi quando mi chiama Pippo Baudo ho ansia, sono più tranquilla a parlare con Beyoncé». Intanto si prepara per la cerimonia del 25 aprile e lo dimostra a modo suo, sfoggiando una bottiglia con una tisana drenante perché «bisogna andarci vestiti eleganti e quindi ho iniziato subito a mettermi in forma, anche se durante il lockdown sono stata forse l'unica a dimagrire», scherza. E poi spiega come si sente in questo periodo: «Da due anni non viaggio, sono abituata da 28 anni a stare 20 giorni a casa, faccio un po' di fatica a trovare equilibrio perché sento che devo essere sempre wow, ma io non sono wow» dice commossa.

Allora parliamo del brano.

«Mi ha scelto Sophia Loren perché questa canzone è il proseguimento del film nel quale recita, La vita davanti a sé, diretto dal figlio Edoardo Ponti che è stato molto presente anche durante la registrazione del brano. Il testo originale era in inglese ma Edoardo mi aveva chiesto di aggiungere qualche verso in italiano e, alla fine, l'autrice Diane Warren mi ha proposto di farlo proprio tutto in italiano (poi l'ha scritto Niccolò Agliardi)».

Ci sono versi che si adattano bene a questo periodo: «Quando impari a sopravvivere e accetti l'impossibile».

«L'abbiamo scritta ad agosto e, quando la cantavo, mi dicevo: va che tra poco queste parole non mi faranno più pensare alla pandemia. E invece. Quando essere invisibile è peggio che non vivere è una sensazione che tantissimi provano ancora oggi».

È arrivata la nomination.

«Sono davvero orgogliosa di essere italiana, e dedico la nomination a mio papà, così come gli dedicherò l'Oscar se lo vincessi perché mi ha insegnato tutto anche se non mi ha mai chiesto di cantare. Il giorno del mio ottavo compleanno ho voluto un microfono in regalo e lì è iniziato tutto».

E che cosa voleva fare?

«Sognavo di essere la prima donna della mia zona a fare il pianobar, lui mi diceva che avevo sogni piccoli».

Adesso all'estero cantano le sue canzoni in italiano.

«Quando lo sento un po' me la tiro... Ma in Italia sono sempre molto paurosa, all'estero no. Forse posso dire che il successo in Sudamerica e nel resto del mondo mi ha formato come donna. Ma io canto negli stadi soltanto qui da noi».

A proposito, che cosa le ha detto sua figlia Paola dopo la nomination?

«Mi ha detto che lo sapeva già ma ha aspettato che lo confermasse la televisione. Poi ho videochiamato la sua classe e tutti i suoi compagni sapevano tutto dell'Oscar. Io a otto anni manco sapevo che ci fosse l'Oscar...» (sorride - ndr).

Ancora oggi Laura Pausini dopo ogni concerto o esibizione chiama sempre i genitori.

«Sempre. Mia mamma fa il punto su quasi tutto, del tipo: trucco e capelli bene, le risposte così così, non hai detto parolacce, per il canto lascio la parola a papà».

Previsioni sull'Oscar?

«Questa volta voglio crederci un po' e, se non vinco, un po' mi rode. A questo punto proviamoci e se non va, rimane tutto com'è, non cambia nulla. I miei compagni di scuola mi hanno scritto che ormai mi rimangono solo le Olimpiadi...».

I successi spesso fanno sentire in colpa.

«Non so cosa abbia di particolare la mia vita, ma mi chiedo continuamente perché ho avuto quello che ho avuto. Sono anche andata dallo psicologo».

Più che le Olimpiadi, le manca di condurre il Festival di Sanremo.

«Me lo hanno già chiesto in passato un paio di volte, prima Bonolis e poi la Rai per farlo con Paola Cortellesi, ma non mi sentivo pronta».

E il prossimo anno?

«Direi di no, voglio uscire con un nuovo disco. Un giorno lo farei con Paola Cortellesi ma bisognerebbe trovare un momento in cui siamo libere. Comunque, se accettassi, non seguirei la direzione artistica: sono troppo plagiabile, ho le mie preferenze, metterei solo i miei amici...

».

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