Cultura e Spettacoli

Ruggeri torna su Gassmann: "Se denunci le feste, fallo con tutto"

Enrico Ruggeri ha spiegato il senso del suo tweet contro Alessandro Gassmann, ha attaccato Giuseppe Conte e la narrazione della pandemia

Enrico Ruggeri torna su Gassmann: "Se denunci le feste, fallo con tutto"

Alessandro Gassmann è tra gli argomenti preferiti degli ultimi giorni sui social. Il motivo è nella denuncia di una festa all'interno del suo condominio in violazione delle attuali norme contro il contagio da coronavirus. Sui social gli sono piovute addosso le peggiori accuse, è stato etichettato come delatore e, per giunta, minacciato di morte. Stesso trattamento ha ricevuto sua moglie, totalmente estranea alla vicenda. Di suo padre, il grande Vittorio Gassman, è stata invece insultata e derisa la memoria. Sulla vicenda è intervenuto anche Enrico Ruggeri con un tweet, che nelle intenzioni sarebbe voluto essere critico ma leggero ma che, purtroppo, come spesso accade ha scatenato i peggiori istinti sui social.

"Attore con nostalgia della Germania Est"

Qualche giorno fa sul suo profilo Twitter, dove è molto attivo, il cantante ha scritto. "Grande attore e regista... con un po’ di nostalgia per i tempi andati della Germania Est...". In quel momento è esplosa la polemica. "Mi rendo conto che oggi su Twitter tutto diventa enorme. Se quella battuta l’avessi fatta ad Alessandro a cena insieme, ne avrebbe riso anche lui. Mi dispiace molto la contrapposizione e il malcostume di cui spesso sono stato vittima anche io", si rammarica sul Corriere della sera Enrico Ruggeri, che nell'immaginario social a causa di quel tweet è diventato un nemico di Alessandro Gassmann.

"Ho letto insulti su di lui, la sua famiglia, suo padre. Una cosa orribile. Alessandro è un grande attore e regista che ha un peso (il cognome) terribile da portare, ma lo porta egregiamente. Il suo film Il premio è bellissimo. Questa guerra di tutti contro tutti - che Hobbes aveva previsto secoli fa - è terribile. E Twitter amplifica le controversie". Enrico Ruggeri farebbe lo stesso? "Non so rispondere. Posso dire però che se lo faccio, lo farei sempre e per tutto. Se vedo uno che ruba una macchina, uno che picchia la fidanzata, se alla Stazione Centrale vedo tre tizi che si scambiano una bustina", ha detto al Corriere.

Le accuse di Ruggeri

D'altronde, il cantante nell'ultimo anno ha più volte dichiarato la sua contrarietà alle regole, soprattutto quelle da lui considerate inutili: "Non capisco perché in mezzo alla strada devo mettere la mascherina. Se entro in un negozio la metto, ma se sono all’aperto no. In un vicolo stretto con 50 persone la metto, sì. Ristoranti aperti a pranzo e a cena no. Ci stanno abituando a obbedire a regole che non capiamo, e non è un bel segno se guardiamo indietro nella storia".

Per Enrico Ruggeri da un anno si discute di qualcosa di non oggettivo, che divide la stessa opinione scientifica. "Io ne faccio una questione filosofica: non possiamo rinunciare a vivere per paura di morire", spiega il cantante che però rifiuta l'etichetta di negazionista. Enrico Ruggeri non nega che esista un problema e che ci sia la pandemia, tanto che la mascherina la utilizza, ma è fortemente critico per la gestione che è stata adottata della stessa, per la narrazione sbagliata. "Hanno scritto di alcune persone famose morte per Covid e io so per certo che non era vero. Un uomo di 32 anni, in coma irreversibile da tre anni per una pallottola in testa, hanno detto che è morto di Covid (che forse ha preso in ospedale). Questa è una distorsione", accusa Ruggeri.

La stoccata a Conte

Il cantautore si è speso tantissimo nell'ultimo anno a supporto del mondo dello spettacolo, soprattutto dei lavoratori che da 15 mesi quasi non hanno uno stipendio. Durante l'intervista al Corsera si toglie l'ennesimo sassolino dalla scarpa nei confronti di Giuseppe Conte e della frase che ha fatto indignare gli artisti di tutta Italia: "Il mondo dello spettacolo è stato umiliato. Quella frase 'I cantanti che ci fanno tanto divertire' è un macigno che pesa su chi l’ha pronunciata, più che su di noi". Ma Ruggeri non risparmia una frecciatina al veleno anche ai suoi colleghi, colpevoli di non spendersi pubblicamente per la battaglia: "Tantissimi miei colleghi mi fanno congratulazioni segrete per sms.

Io ci metto la faccia, loro tacciono".

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