Ieri l'incontro decisivo tra Fabio Fazio e il direttore di Raidue Carlo Freccero. Con soddisfazione da entrambe le parti. Dunque, il presentatore tornerà là dove la sua carriera era decollata con Quelli che il calcio e Anima mia: eravamo a fine anni '90, sotto la direzione dello stesso Freccero. Che si è messo a disposizione dell'azienda per risolvere una complicata questione. Perché, se la partita si chiuderà in maniera positiva, i vertici Rai avranno esaudito uno dei «desiderata» dell'uomo più potente d'Italia in questo momento, Matteo Salvini. È stato il vice premier a chiedere più volte la testa di Fazio e soprattutto del suo stipendio eleggendo a simbolo di tutti gli sprechi della Rai. Però, a questo punto, sorge una domanda: a un passaggio su una rete che fa ascolti più bassi del primo canale e che ha un budget molto inferiore, dovrebbe corrisponderà un taglio del cachet del presentatore e anche dei costi di produzione di Che tempo che fa, realizzato da una società di proprietà del medesimo. Se così non fosse, non avrebbe senso il passaggio sul due, perché alla fine si spenderebbe la stessa cifra per avere uno show che fa meno ascolti e meno incassi pubblicitari. La materia è nelle mani dell'ad Salini: si è parlato di un taglio del 10 o del 20 per cento. Ma, conoscendo Fazio, cercherà di moltiplicare i programmi da realizzare per giustificare lo stesso stipendio. Dalla sua ha un contratto quadriennale.
L'altro nodo è la posizione in palinsesto: pare che Fazio voglia tenere ferma la collocazione della domenica sera. Ciò significa, nella logica di diversificare i generi, che su Raiuno dovrà andare in onda un film o una fiction. Insomma si tornerà alla stessa situazione di prima del trasloco da Raitre. In più, Che tempo che fa dovrebbe essere più breve essendoci in seconda serata la Domenica sportiva.
Si pensa, dunque, di realizzare una «presentazione» in onda prima del Tg2... Tutto questo sarà probabilmente oggetto di una trattativa molto più ampia che coinvolgerà, dopo la vittoria elettorale di Salvini, molte poltrone e volti noti.
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