Il film del weekend: "Una famiglia perfetta"

Un film natalizio dai tempi comici raffinati che somiglia molto più ad una commedia all'italiana della stagione d'oro che al solito cinepanettone

Il film del weekend: "Una famiglia perfetta"

Non si vedeva da molto una commedia italiana così equilibrata, giocosa, ben girata e magnificamente interpretata. "Una famiglia perfetta" di Paolo Genovese si pone come intelligente e scanzonata alternativa ai soliti film nostrani fieramente volgari caratteristici della stagione natalizia. Lo spunto è il soggetto del lungometraggio spagnolo "Familia" di Fernando Leon de Aranoa datato 1996, che è stato però rielaborato completamente.

Campagne vicino a Todi. Leone (Sergio Castellitto) è un uomo solo, molto ricco e altrettanto misterioso che si appresta a festeggiare il Natale nel suo casolare assieme a tutta la famiglia. Peccato che in realtà sia un committente che ha assoldato una compagnia di attori un po' scalcinata perché impersoni i suoi ipotetici congiunti in una sorta di spettacolo privato riservato solo a lui. Ha assegnato a ciascuno un ruolo e consegnato il copione delle ventiquattro ore che trascorreranno insieme, minacciando di non pagare se qualcuno finisce fuori parte.

L'allegria si sposa ad un lieve retrogusto malinconico in questa bella pellicola corale ritmata e quasi del tutto priva di sbavature che diverte e suggerisce soffuse riflessioni sull'ineluttabilità delle scelte fatte nella vita. Il capocomico Fortunato (Marco Giallini), sua moglie Carmen (Claudia Gerini), l'anziana Rosa (Ilaria Occhini) e i giovani Sole (Carolina Crescentini), Luna (Eugenia Costantini) e Pietro (Eugenio Franceschini), sono i componenti della sgangherata compagnia teatrale scelta dallo stravagante Leone, un Sergio Castellitto in splendida forma che dà corpo ad un personaggio istrionico, eccentrico e dai repentini sbalzi d'umore e che, con assoluta naturalezza, dissemina di tranelli la scena in modo che il copione venga disatteso in corso d'opera e i presenti si trovino costretti ad improvvisare. E' lui il solo spettatore, il primo attore, il gran sacerdote di quella che è una sorta di rappresentazione impeccabile della mistica familiare e, nello stesso tempo, il fustigatore sotterraneo, l'anomalia pronta a voler dimostrare che la famiglia perfetta non esiste e, qualora esistesse, non potrebbe comunque funzionare. Marco Giallini è perfetto sia da spalla che da mattatore; sono tutti davvero bravi ma la Gerini, in particolare, stupisce positivamente.

I piani del racconto si sovrappongono confondendosi gradualmente; la realtà e la farsa si avviluppano tra imprevisti calcolati o inattesi come l'arrivo di Alicia (Francesca Neri), affrontando col sorriso temi importanti come la solitudine, la felicità, l'autenticità. Nonostante la sua professata leggerezza, in questa pellicola sono ravvisabili tracce sparse di Pirandello, Dickens e Monicelli che la rendono davvero superiore alla media.

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