Dopo "Kick-Ass" e "X-Men – L’inizio", il regista Matthew Vaughn torna con una spy story che, tra omaggio e parodia, dà una rilettura umoristica e ultrapop dei vecchi 007. Mischiando azione, pulp e commedia grazie ad uno script intelligente e puntuale, nasce un film divertente e dissacrante, in cui elementi vintage si alternano ad altri di assoluta eccentricità. L'agente segreto Harry Hart (Colin Firth) prende sotto la sua ala protettiva Eggsy (Taron Egerton), il figlio di un suo amico morto anni prima durante una missione, e lo inserisce nel programma di formazione dei nuovi possibili membri della Kingsman, una misteriosa organizzazione di intelligence. Presto ci sarà da sventare il piano di Richmond Valentine (Samuel L. Jackson), un miliardario psicopatico che vuole decimare la popolazione mondiale attraverso le sim card di iPad e smartphone. L'idea di contaminare più generi per ottenere un ibrido di successo è vincente e, anche se si tratta di una mera operazione commerciale, la qualità del prodotto finale è indiscutibile. Tra rimandi a "Star Wars" e alle pellicole di Tarantino, lo spettatore si appassiona all'esistenza dei "Kingsman", sorta di James Bond post moderni caratterizzati da eleganza old style, educazione bon ton e padronanza del kung-fu. Vedere Colin Firth con il suo impeccabile stile British, protagonista di pirotecniche coreografie action, è sicuramente inusuale. Il film è pieno di ossimori e accostamenti arditi, anche sovversivi, che insaporiscono lo spettacolo di comicità.
Siamo di fronte ad un turbinio di soluzioni visive che ha il suo climax nella cruda e sorprendente carneficina ambientata in una chiesa protestante, scena la cui brillante inverosimiglianza spicca grazie ad un uso magistrale dello slow-motion. La colonna sonora, estremamente curata, include sia brani moderni sia musica classica e si sposa perfettamente alle scene, soprattutto a quelle d'azione. Gli attori sono tutti alle prese con personaggi spiritosi, arguti e bizzarri: il ragazzo sbandato che viene educato allo stile e ai valori dei Kingsman, il megalomane guru tecnologico simil-Steve Jobs, la sua letale assistente dotata di protesi lancinanti e così via. La pellicola scorre fresca e fluida, sfoggiando battute sagaci e qualche momento splatter. Centoventinove minuti, tuttavia, appaiono eccessivi e a un certo punto anche le trovate più ardimentose, paradossalmente, iniziano a suonare monocordi.
Peccato, infine, che la deriva trash, per quanto cercata e voluta, si spinga davvero troppo oltre con la comparsa, nell'epilogo, di una principessa ninfomane: anche se il film è un tripudio di violento caos creativo, quella resta una forzatura di troppo e l'unica vera caduta di stile.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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