Fuori Tono

Il ricordo degli ottant'anni dalla scomparsa di Ottorino Respighi - moriva il 18 aprile del 1936 è l'occasione per ripescare un discorso, tra l'altro in coincidenza di concerti e iniziative editoriali ad hoc (per esempio, Non solo melodramma - Intorno al Doppio Quartetto con le Cameriste ambrosiane - domenica primo maggio alla Palazzina Liberty di Milano, alle 10,45; introduzione di Giovanni Albini). Il tema è quello dei compositori della generazione dell'80, ovvero, oltre al succitato, Ildebrando Pizzetti, Franco Alfano, Gian Francesco Malipiero e Alfredo Casella (è appena uscito il saggio Casella, Parigi e la guerra - DeSono/Albisani - di Francesco Fontanelli, presentato alla Scuola civica di Milano diretta da Andrea Melis). Ebbene, si dice ancora, nelle discussioni da salotto, che alcuni di questi Signori, dopo la fine della seconda guerra mondiale e pure oltre, non vennero eseguiti nei Conservatori e nei teatri perché «troppo vicini» al fascismo. L'eco di queste cose è rimasta, nonostante la musicologia abbia virato. Poi la questione della «rivoluzione italiana» del Novecento, la loro, scarsamente gradita, a volte considerata debole e da arsenico e vecchi merletti, dall'intellighenzia post-bellica a base di serialismo ed elettronica.

Col tempo il pubblico, complice il mercato ghiottone di novità, ha fatto giustizia e diversi lavori di Ottorino & Co. hanno presto avuto il posto che dovevano avere. Una delle riprove è il dvd Respighi con Georges Pretre alla direzione della Filarmonica della Scala in un «live» al Piermarini, regia di Pietro Tagliaferri.

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