FuoriSerie

«It's time to say goodbye» come ha scritto un quotidiano inglese. Ovvero è tempo di saluti per Downton Abbey, e tra poco lo sarà anche in Italia. L'epopea dei Grantham nel nostro Paese non è diventato un successo di massa come Oltre Manica o Oltre Oceano. Però si è ritagliata uno zoccolo duro di circa 300mila spettatori prima su Retequattro e poi su La5. Ora, arrivata alla sesta e ultima stagione, si concluderà su La5 che la trasmetterà dal 31 gennaio. Scritta da Julian Fellowes un vero specialista dell'Inghilterra d'antan (Oscar per la sceneggiatura del film in costume Gosford Park), la serie, le cui vicende partivano dall'affondamento del Titanic (1912), ha raccontato una manciata di anni di storia inglese (fino alle fine degli anni '20). Anni di fondamentali cambiamento. Anni in cui, anche a causa della Prima guerra mondiale, ciò che resta del dorato mondo della nobiltà vittoriana va in frantumi. La forza della serie è proprio quella di raccontare tale sgretolamento alternando visione dall'alto (gli aristocratici) e dal basso (i domestici). «Upstairs and downstairs» per dirla come la direbbe uno dei personaggi più riusciti della serie, la Lady Violet interpretata dalla bravissima Maggie Smith (da Assassinio sul Nilo a Harry Potter). La serie sarà ricordata probabilmente come uno dei migliori prodotti televisivi di questi anni. Ma bando ai rimpianti, c'è ancora una stagione da vedere.

E qualcosa di nuovo in arrivo: Fellowes è impegnato a sceneggiare The gilded age per l'americana Nbc. Un nuovo affresco storico: questa volta al centro della trama ci sarà il mondo dei nuovi ricchi della New York sul finire dell'Ottocento.

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