Gabanelli, che scivolone La regina delle inchieste infanga un innocente

Report cade su un’omonimia per usare un filmato del Fatto. E accusa un imprenditore incensurato di portare soldi all’estero

Gabanelli, che scivolone La regina delle inchieste infanga un innocente

Buccia di banana per Re­port, il programma di Milena Ga­banelli. La popolare trasmissione di «giornalismo investigativo» sci­vola su un errore da principianti, facendosi ingannare da un’omo­nimia nel servizio «Il gioco delle parti», dedicato ai capitali in fuga dal Bel Paese e andato in onda due giorni fa. L’«omonimo» chiamato in causa, Giovanni De Pierro, im­prenditore beneventano titolare di un’azienda di pulizia, la «Puli­tecnica srl», accusato suo malgra­do di esportare capitali, non la prende benissimo e annuncia querele attraverso i suoi legali. Per fortuna di Report , la battaglia per assicurare al programma la tu­tela legale la Gabanelli l’ha vinta anni fa.

L’imprenditore sannita,spiega­no i suoi avvocati, «è persona incensurata, mai attinta da misure cautelari e assolutamente estra­nea ai fatti in questione». Eppure il servizio di Report mostra anche un filmato dell’imprenditore che passeggia per Milano con altre tre persone«pixellate»,due delle qua­li immortalate mentre trasporta­no borse. Il tutto mentre la voce fuori campo spiega che De Pierro, «manager napoletano a cui fanno capo numerose imprese di puli­zia», non solo era «da tempo» nel mirino della procura di Roma, ma «viene fotografato mentre conse­gna agli spalloni del Credito priva­to commerciale una valigia». Che «per gli investigatori - prosegue il servizio di Report - contiene 400mila euro da portare nella ban­ca svizzera dove De Pierro avreb­be un deposito con tre milioni e mezzo di euro». L’accostamento immagini-testo è quantomeno ambiguo, e potrebbe far pensare che il filmato sia relativo proprio alla presunta consegna del con­tante agli «esportatori» di cui si sta parlando. E se così non è (perché secondo De Pierro gli uomini con lui non sono certo «spalloni», ma due suoi soci e suo figlio), da dove viene quel video?

Viene da un servizio, datato 16 marzo 2012, della web tv del Fatto Quotidiano , dedicato agli appalti per le pulizie della Statale di Milano, vinti in effetti dall’imprendito­re di Benevento. Il filmato è ac­compagnato da una didascalia, in cui si dice che il titolare di Pulitec­nica, Giovanni De Pierro, «nel 2008 viene arrestato: la Gdf sco­pre “un’associazione a delinque­re che si avvaleva di 300 società operanti soprattutto nel settore degli appalti di pulizie”». De Pierro, dunque, per il Fatto è finito in manette nel 2008, e secondo Re­port esporta capitali e finisce im­mortalato mentre passa valigie di soldi agli spalloni. Solo che, come detto,i legali dell’imprenditore so­s­tengono che la fedina penale del­l’uomo sia assolutamente imma­colata. Qualcosa non torna. Che alla base di tutto possa esserci un errore di persona sembra emerge­re proprio dalle notizie di stampa relative al citato arresto. A finire in manette, a luglio 2008, fu davvero un tale Giovanni De Pierro, 58 an­ni all’epoca, considerato dagli in­quirenti a capo di una holding col­legata a oltre 300 imprese di puli­zia sparse in tutta italia. Ma l’uo­mo arrestato era un «romano origi­nario di Napoli», oltre a essere un anno più giovane del De Pierro be­neventano (che è del gennaio 1949). Stesso nome, stessa regio­ne di origine, età simile e stesso settore di attività possono forse spie­gare l’errore, ma non possono giu­­stificarlo. Anche perché c’è una sorpresa interessante nel finale del servizio sugli appalti all’uni­versità della tv del Fatto , quando viene chiesto a Roberto Conte, di­rigente legale della Statale di Mila­no, se «l’università ha fatto qual­che ricerca su questa azienda». E il dirigente risponde: «Dai control­li effettuati e dal casellario giudi­ziario chiesto al tribunale di Mila­no questi profili, che peraltro ab­biamo verificato da informazioni di stampa, non sono riportati nel casellario e nei certificati». Dun­que una verifica - indiretta se non involontaria - era stata fatta. Il De Pierro appaltatore alla Statale, car­te alla mano, un mese fa risultava incensurato all’amministrazione dell’università.

Ma il Fatto non si è fidato del casellario pulito de rela­to per quello che definiscono un «personaggio con un curriculum giudiziario di tutto rispetto». E a Report , probabilmente, si sono fi­dati del Fatto . Dolo o colpa che sia,per De Pierro l’errore di perso­na è una «gravissima e ingiustifica­bile azione diffamatoria». E Re­port e il Fatto finiscono querelati.

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