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"Gangs of London", ecco i mafiosi della City

La serie strizza l'occhio a "Gomorra" e ai film di Tarantino. Fra violenza e affetti familiari

"Gangs of London", ecco i mafiosi della City

È stata definita la serie inglese più violenta di sempre e la conferma viene già dalla prima scena, quando il protagonista Sean Wallace, interpretato da Joe Cole, la star di Peaky Blinders, fa pendere un uomo da un grattacielo londinese, prima di dargli fuoco. Gangs of London sarà in onda dal 6 luglio su Sky Atlantic e Now TV, ha raccolto intorno al teleschermo in Gran Bretagna più di due milioni di spettatori e ha ottenuto recensioni entusiaste. La nuova epopea criminale inglese prodotta da Sky Original firmata dal maestro dell'action-fighting Gareth Evans (il franchise The Raid) e da Matt Flannery (e diretta da Evans insieme a Corin Hardy e Xavier Gens) è cruda, nerissima e adrenalinica, richiama le atmosfere della serie tv Gomorra e dei film di Tarantino, e segna il secondo miglior debutto di una serie Sky Original, dopo Chernobyl.

Con Joe Cole e Michelle Fairley (Il Trono di Spade) a guidare il multienico cast, la serie racconta la storia dei Wallace, famiglia criminale che controlla i traffici e assicura la pace fra le gang di Londra. «Il titolo - dice Gareth Evans - può far pensare a una serie in costume oppure a un racconto delle gangs di strada che costituiscono il tessuto criminale della capitale britannica, ma in realtà il nostro racconto è incentrato sulla corruzione e gli affari, spesso sporchi, che dominano la città. Per reggere 10 ore di show non puoi mostrare solo gangster che fanno cose da gangster, deve esserci ben di più». Quel di più è rappresentato dalla sottile linea di confine fra lecito e illecito, con attività alla luce del sole che nascondono finanziamenti di affari criminali e lavaggio di denaro sporco.

Per più di vent'anni Finn Wallace (Colm Meaney) è stato il criminale più potente della città. Ha basato il proprio potere su una fragile alleanza di bande criminali da ogni angolo del mondo, costruendo un impero di miliardi di sterline, ma ora è morto e nessuno sa chi ne ha commissionato l'omicidio. Con temibili nemici a ogni angolo e tutte le gang della città pronte a tutto per ottenere potere, sarà sul figlio Sean (Joe Cole), ad afferrare le redini dell'organizzazione criminale. Per vendicare il padre sarà pronto a mettere a repentaglio la difficile alleanza fra le gang della capitale britannica. «Sean - spiega Cole - ha poco più di vent'anni e per conquistarsi il rispetto degli altri deve metter su un atteggiamento da duro che lo trasforma in una mina vagante per l'organizzazione criminale. Sarà questo aspetto a dare il via agli eventi». È come se Gangs of London raccontasse una città parallela, che esiste in un sottobosco irraccontabile e invisibile, ma pur sempre presente e umano.

«Credo che il fascino di questa serie - conclude Evans - risieda anche nel fatto che quelli che descriviamo sono persone nonostante tutto capaci di dimostrare amore e un attaccamento incondizionato alla famiglia. È questa la caratteristica peculiare di molte organizzazioni criminali e mafiose». Gangs of London è l'adattamento di un videogioco di Playstation di cui Evans tempo fa aveva comprato i diritti. L'idea iniziale era creare un franchise cinematografico, ma nel frattempo la televisione ha acquisito un peso preponderante nel mondo dell'entertainment e l'idea di ricavarne dieci episodi da un'ora è risultata vincente. «Quello che mi colpisce da sempre di Londra è la sua multietnicità, che abbiamo cercato di rispecchiare in questo progetto. La creazione di tre film avrebbe ridotto il tempo a nostra disposizione e avremmo dovuto focalizzarci sui personaggi più importanti.

Sarebbe stato riduttivo non solo per la storia, ma anche per il ritratto che abbiamo voluto fare della città che ne è protagonista».

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