«Ho adottato mia figlia Stella e lei mi ha salvato la vita»

Giovanni Terzi

Chi ha vissuto esperienze da giornalista di guerra ha negli occhi una luce speciale tipica di chi, avendo visto più volte la morte in viso, apprezza la vita in ogni sua sfumatura; questa luce è nello sguardo di Franco Di Mare

Franco iniziamo dal stuo successo più grande.

Parla di mia figlia Stella naturalmente. Ero a Sarajevo ed una bomba si è abbattuta su orfanotrofio. Incrocio gli occhi di una bambina e ci capiamo subito. Avevo trentacinque anni in un momento particolare della mia vita e Stella mi ha salvato. Mi ha salvato il nostro amore che è riuscito, incredibilmente, ad aprire ogni porta e superare ogni difficoltà; oggi Stella ha25 anni è laureata in economia e mi ha fatto incontrare la Fede. Mi ha fatto dire Dio c'è».

Possiamo dire che portare Stella in Italia è stato il momento Off della sua vita ?

«Sì. una rocambolesca e quasi impossibile avventura nei meandri della burocrazia che si è risolta meravigliosamente».

Forse per questa sua sensibilità paterna il tuo speciale su Giulio Regeni ha avuto così successo?

«Giulio Regeni è figlio di ognuno di noi esiste una verità storica, assodata e chiara a tutti, lo speciale sul ricercatore italiano era una via di mezzo tra un approfondimento e una perorazione civile».

I suoi 5 minuti quotidiani Sarò Franco su Raiuno li scrive lei?

«Ho totale libertà e per questo non posso che ringraziare la rete e il mio direttore Mario Orfeo.

Consiglierebbe ad un giovane la carriera del giornalista di guerra ?

«No non lo farei. Una volta i giornalisti erano comunque tutelati anche al fronte. Oggi sono un obiettivo sensibile per chiunque».

C'è un episodio che l' ha colpita nei suoi anni di carriera?

«Ero in Afghanistan e dovevamo filmare dei bambini in mensa. Due di questi avevamo appena recuperato un aquilone e con il cucchiaio in tasca si sono diretti a mangiare. Erano seduti uno di fronte all'altro e nessuno ha mai guardato nella telecamera; i loro pensieri erano altrove. Forse sognavano ancora di inseguire quegli aquiloni.

Ci sono colleghi che considera suoi riferimenti?

«Due su tutti; Giuseppe Davanzo e Tony Capuozzo».

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