«Sono addolorata. Con la Cortese scompare anche un certo modo d'intendere il cinema d'autore», dice Carolina Crescentini, che nel docufilm Diva! di Francesco Patierno, presentato alla Mostra del Cinema di Venezia, interpreta la grande attrice appena scomparsa. «A prestare corpo e voce alle dive sono abituata dai tempi di Madonna, della quale feci la sosia. Al fianco di altre sette colleghe Isabella Ferrari, Anita Caprioli, Barbora Bobulova, per citarne alcune nel film di Patierno ho incarnato la diva Cortese, attingendo a piene mani all'autobiografia di Valentina, Quanti sono i domani passati (Mondadori), che mi colpì per la sua sincerità», racconta la Crescentini.
Per l'attrice romana «l'effetto nostalgico d'una donna in difficile equilibrio con se stessa e con il suo lavoro» ha rappresentato «la spinta necessaria per penetrare nei ricordi intimi d'una figlia non riconosciuta e abbandonata dalla madre». Cresciuta alla scuola di Giuliano Montaldo, la Crescentini ricorda, in particolare, il privilegio toccato alla collega scomparsa. «È il più ambito dalle attrici. Ossia il privilegio di venir dirette da grandi autori.
Chi può dire, oggi come oggi, di aver lavorato con Blasetti e Antonioni, Truffaut e Fellini, Vanzina e Gilliam? Si tratta di un dono, che in tempi di magra cinematografica, come i presenti, vale un Perù», commenta l'interprete, che ha cercato di avvicinarsi il più possibile allo charme della Cortese. «Se guardi una foto di Valentina, riconosci subito il suo stile, la sua classe: lei aveva un cassetto pieno di leggings, quando ancora non andavano di moda», rivela Carolina.CR