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Houellebecq racconta la lotta per il potere del candidato presidente "tecnico" ma romantico

Arriva nelle librerie il nuovo romanzo dello scrittore francese più irriverente. Esplora tutte le fragilità della politica e quello che resta delle emozioni personali

Houellebecq racconta la lotta per il potere del candidato presidente "tecnico" ma romantico

Pubblichiamo per gentile concessione dell’editore La nave di Teseo un’anticipazione tratta dal nuovo romanzo dello scrittore Michel Houellebecq, Annientare (pagg. 620, euro 23, traduzione di Milena Zemira Ciccimarra) che sarà nelle librerie a partire da oggi.

Mancavano meno di sei mesi alle prossime elezioni presidenziali e il presidente, che sarebbe stato rieletto senza difficoltà, non poteva in nessun caso ripresentarsi: dopo l'incauta riforma costituzionale del 2008, nessuno poteva esercitare più di due mandati consecutivi.

Di queste elezioni si sapevano già parecchie cose: il candidato del Rassemblement national sarebbe arrivato al secondo turno il suo nome non era ancora noto, ma c'erano cinque o sei validi aspiranti e sarebbe stato sconfitto. Rimaneva una domanda, semplice ma cruciale: chi sarebbe stato il candidato della maggioranza presidenziale?

Per molti versi, Bruno era il più indicato di tutti. Godeva già della fiducia del presidente il che era cruciale, perché quest'ultimo aveva tutta l'intenzione di tornare, cinque anni più tardi, e svolgere di nuovo due mandati consecutivi. In un modo o nell'altro, il presidente sembrava essersi convinto che Bruno sarebbe stato di parola, che una volta trascorsi i cinque anni del suo mandato avrebbe accettato di farsi da parte, che non avrebbe ceduto all'ebbrezza del potere. Bruno era un tecnico, un tecnico eccezionale, certo, ma non era un uomo di potere; questo almeno era ciò di cui il presidente riusciva il più delle volte a convincersi; d'altro canto, tutta quella faccenda aveva qualcosa del patto faustiano, era impossibile avere la certezza assoluta.

Un altro problema, molto più immediato, era rappresentato dai sondaggi. Per l'ottantotto per cento dei francesi, Bruno era una persona competente; l'ottantanove per cento lo giudicava solerte e l'ottantadue integro, un risultato quest'ultimo davvero eccezionale, che nessun uomo politico aveva mai ottenuto dalla comparsa dei sondaggi; non ci si erano avvicinati nemmeno Antoine Pinay e Pierre Mendès France. Tuttavia solo il diciotto per cento lo trovava caloroso, il sedici per cento empatico, e appena l'undici per cento lo considerava vicino alla gente una percentuale stavolta catastrofica, la peggiore dell'intera classe politica, a prescindere dal partito di provenienza. In poche parole, la gente lo stimava ma non lo amava. Lui lo sapeva e ne soffriva, per questo quel video sanguinoso lo aveva turbato così profondamente: non solo le persone non lo amavano, ma alcuni lo odiavano abbastanza da inscenare la sua messa a morte. La scelta della decapitazione, con le sue connotazioni rivoluzionarie, non faceva che sottolineare la sua immagine di tecnocrate distante, lontano dal popolo proprio come lo erano stati gli aristocratici dell'Ancien Régime.

Era ingiusto perché Bruno era una brava persona, Paul lo sapeva; ma come convincerne gli elettori? Poco a suo agio coi media, Bruno si rifiutava ostinatamente di affrontare argomenti di natura personale e non amava nemmeno parlare in pubblico. Come avrebbe fatto a sostenere una campagna elettorale? La sua candidatura, in effetti, non era per niente scontata.

La loro amicizia era relativamente recente. Quando lavorava alla direzione della Legislazione fiscale, Paul aveva avuto diversi incontri con Bruno, ma sempre di breve durata. Le massicce riduzioni delle imposte che aveva deciso fin dal primo anno del quinquennato erano da applicarsi solo agli investimenti direttamente destinati a finanziare l'industria francese quella era una condizione non negoziabile, su cui Bruno non intendeva transigere. Un dirigismo così chiaro e aperto non era nelle abitudini della casa, e Paul si era trovato a battagliare, più o meno da solo, contro i funzionari della sua direzione al completo, redigendo indefessamente direttive e rapporti in sintonia con i desideri del ministro. Alla fine, dopo più di un anno di guerra interna che non era passato senza lasciare tracce, l'avevano avuta vinta.

Quella lotta comune aveva attirato l'attenzione di Bruno su di lui, ma i loro rapporti avevano preso davvero una piega più personale soltanto in occasione di un nuovo congresso dell'Unione africana, che si teneva stavolta ad Addis Abeba; e più precisamente, la sera della prima giornata di lavori del congresso, nel bar dell'hotel Hilton. All'inizio la conversazione era stata goffa e impacciata, poi la tensione si era sciolta al ritorno della cameriera. «Le cose non vanno troppo bene con mia moglie in questo momento...» aveva detto Bruno mentre lei gli posava davanti una coppa di champagne. Paul aveva avuto un moto di sorpresa, per poco non aveva rovesciato il suo cocktail non sarebbe stata una gran perdita, era una roba immonda, una cagata tropicale troppo zuccherata. In quel preciso istante, con perfetto sincronismo, due prostitute africane si erano sedute a un tavolo a pochi metri da loro. Prima di allora Bruno non aveva mai accennato, nemmeno una volta, a questioni di carattere personale; Paul non sapeva nemmeno che fosse sposato. Ma dopotutto, perché no, sì, succede, le persone si sposano ancora ogni tanto, sia gli uomini che le donne, è addirittura comune. E un ex studente dell'École polytechnique, anche se primo in graduatoria tra i suoi compagni di corso, anche se ingegnere, rimaneva pur sempre un uomo; quella era una nuova dimensione, che Paul avrebbe dovuto tenere presente.

In un primo momento, Bruno non aggiunse altro; poi farfugliò con voce impacciata: «Sono sei mesi che non facciamo l'amore...» Aveva detto facciamo l'amore, notò subito Paul, e il fatto che avesse scelto quell'espressione dalle connotazioni sentimentali, anziché il termine scopare (che lui probabilmente avrebbe usato) o quello di vita sessuale (che avrebbero preferito molte persone ansiose di ridurre l'impatto affettivo della loro rivelazione con il ricorso a un termine neutro) la diceva già molto lunga. Pur essendo un ex allievo dell'École polytechnique, Bruno faceva l'amore, o almeno l'aveva fatto; pur essendo un ex allievo dell'École polytechnique, Bruno (e l'intera sua personalità, compreso il rigore di bilancio, gli apparve in quell'istante sotto una nuova luce) era un romantico. Il romanticismo, a volte lo si dimentica, è nato in Germania, in un ambiente pietista che peraltro ha avuto un ruolo non trascurabile nei primi sviluppi del capitalismo industriale. In questo Paul vedeva un doloroso mistero della storia, sul quale aveva talvolta meditato negli anni della giovinezza, al tempo in cui le cose dello spirito riuscivano ancora a catturare la sua attenzione.

Si era trattenuto per un pelo, per poco non aveva replicato, con brutalità e cinismo: «Sei mesi? Amico, per me saranno dieci anni!...» Eppure era vero, erano dieci anni che non scopava, né tantomeno faceva l'amore con Prudence, o con chiunque altra se è per questo. Ma in quella fase dei loro rapporti sarebbe stata un'osservazione inopportuna, se ne rese conto appena in tempo.

Bruno probabilmente immaginava che fosse ancora possibile un miglioramento, se non una pura e semplice ripresa; e in effetti, secondo la maggior parte delle testimonianze, dopo sei mesi era ancora possibile.

Annientare

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