Cultura e Spettacoli

"I miei 35 anni di tv da Tortora a Mattino"

La conduttrice debuttò a "Portobello" nel 1987 "Non ero mai entrata in uno studio televisivo"

"I miei 35 anni di tv da Tortora a Mattino"

Federica Panicucci, come fu il suo primo incontro con Enzo Tortora?

«Mi hanno accompagnato negli studi Rai di Corso Sempione a Milano, lui era seduto di spalle, vestito con un maglione. Si gira e mi dice: Benvenuta in squadra. Una scena che porterò con me per sempre».

Era diventata «centralinista di Portobello», il suo debutto in tv.

«Nella prima puntata lui esordì con il celebre Dunque dove eravamo rimasti? che poi è anche diventato il simbolo dell'ingiustizia subìta, come in seguito si capì con chiarezza».

Domani 20 febbraio Federica Panicucci compie 35 anni di una carriera che è passata attraverso programmi celebri nella storia della tv generalista: Festivalbar, Il gioco delle coppie, Affari di cuore, La pupa e il secchione e, adesso, Mattino5. «E pensare che, prima di Portobello, non ero mai entrata in uno studio tv».

Perché decise di farlo?

«C'era il casting della Rai e la mia agenzia mi disse di parteciparci. C'era una coda sterminata».

Ai casting di solito si punta sull'apparenza. Come era vestita?

«Altro che apparenza. Avevo una giacca e una gonna lunga fino ai piedi, me lo ricordo ancora. Dissi che avevo finito il liceo e mi ero appena iscritta all'Università. Alla fine, l'autrice Gigliola Barbieri venne da me e mi fece qualche ulteriore domanda. Tornai a casa felicissima».

E poi?

«Feci la seconda selezione, poi la terza, poi la quarta. Quando mi accompagnarono da Tortora, capii che mi avevano davvero preso. Noi nel programma non avevamo un ruolo decisivo, naturalmente, ma lui e sua sorella Anna ci facevano sentire parte del progetto».

Dopo Portobello lo incontrò ancora?

«Andai a trovarlo mentre preparava il programma Giallo, fu molto affettuoso come sempre. Poi non lo rividi più».

Ritornò a fare i casting.

«A quello del Gioco delle coppie mi presentai e dissi: Non voglio fare la concorrente, vorrei fare la hostess. Ci riuscii e feci due stagioni con Predolin, nella prima c'era anche Elvira Zenga».

Poi il Festivalbar.

«All'inizio era previsto che io avessi un ruolo più ridotto. Poi però un giorno ricevetti una telefonata. Pronto, sono Vittorio Salvetti, quest'anno condurrai il Festivalbar. Sono partita da sola in macchina per Ascoli Piceno e non potevo credere che avrei condotto la prima puntata: mi tremavano le gambe».

Sul palco era con Amadeus, Fiorello e Jovanotti.

«Sì, quanto ci siamo divertiti».

Magari con Fiorello e Amadeus si potrà ritrovare di nuovo sul palco.

«Mai dire mai, la vita riserva sempre grandi sorprese».

Se tornasse il Festivalbar?

«Il Festivalbar è stato un programma simbolo di un'epoca. Difficile ritrovare e ripetere la stessa magia. Magari per un evento unico, con lo stesso logo, lo stesso rituale...».

Poi ci fu la Rai.

«Per l'esattezza Rai2 nell'epoca di Carlo Freccero, con Affari di cuore, Batticuore e Scherzi d'amore. Lavorai anche con Pippo Baudo. Fu un periodo molto intenso e pieno di lavoro. Ma quando tornai a Mediaset, ho avuto la sensazione di tornare a casa».

Nel 2006 le toccò quasi subito La pupa e il secchione con Papi.

«Allora fu un grande successo e oggi mi accorgo che fu un programma precursore. Noi in studio ci divertivamo da matti e difatti le registrazioni duravano fino a notte fonda».

Dal 2009 Federica Panicucci è il volto di Mattino5, che oggi, tra le 8.40 e le 10.40 è leader assoluto negli ascolti di fascia superando la «corazzata» Raiuno.

«Forse siamo riusciti a intercettare bene ciò che il pubblico si aspetta. Oggi il ritmo scandito da web e social impone di cambiare rapidamente scaletta e di seguire in tempo quasi reale l'evoluzione della cronaca. Cerchiamo di fare una tv meno paludata. E, se oggi il pubblico si fida di noi, il merito è anche di questa duttilità e del lavoro gigantesco dei giornalisti di Videonews».

Panicucci, qual è la più grande soddisfazione che le abbia dato la tv?

«La sensazione di aver accompagnato la vita di tanti italiani in questi trentacinque anni di tv. Si può dire che io sia una di famiglia? (ride - ndr)»

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