Quentin Tarantino non chiederà scusa alla polizia di New York che ha definito «assassina». Continua a tenere banco la querelle delle forze dell'ordine con il regista, che nelle scorse settimane si è schierato contro i presunti abusi e le brutalità registrate dalla polizia della metropoli statunitense. La questione aveva portato Tarantino a sfilare durante la manifestazione organizzata da RiseUpOctober.
«Il Primo Emendamento - ha commentato Tarantino alla richiesta di scuse - mi dà il diritto di protestare contro la brutalità della polizia, perciò non mi tiro indietro. C’è molta gente che inneggia al boicottaggio del mio ultimo film, ma mica vuol dire che i poliziotti debbano aderire. Ho moltissimi fan tra i poliziotti».
Ma questo non mette al sicuro il regista dalla "minaccia" di boicottaggio ricevuta. Il nuovo film di Tarantino, "The Hateful Eight", uscirà il prossimo Natale e il presidente dell’associazione Patrolmen Benevolent ha chiesto ai poliziotti di unirsi e boicottare la visione. La situazione ha preoccupato il produttore Harvey Weinstein. «Weinstein - si legge in un comunicato indirizzato alla polizia - è molto arrabbiato con Tarantino e sta cercando disperatamente una soluzione al problema.
È stata una polemica inutile».Libertà di parola e di manifestazione sono i cardini della democrazia statunitense e la polizia di New York è al momento nell'occhio del ciclone dal punto di vista mediatico. Come andrà a finire?
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