Cosa volete che sia attraversare a piedi e senza soldi l'India e il Nepal, per uno che ha fatto l'avvocato penalista a Milano negli anni Ottanta e Novanta?
Deve avere pensato questo Armando Salaroli, quando gli hanno proposto di andare a fare un reality. Cresciuto a pane e maxiprocessi, difensore di uomini leggendari della criminalità organizzata nella Milano da bere, oggi Salaroli fa registrare un record: è il primo avvocato a lanciarsi nell'avventura della tv dal vero o presunto tale, sbarcando in questo universo fatto di ex famosi e di eterni sconosciuti che popola gli schermi piatti dei nostri salotti.
Pechino Express, ovvero da Haridwar a Pechino spendendo due euro al giorno. Salaroli ce l'ha fatta. Come sia andata, ovviamente, non si sa e comunque non si potrebbe dirlo, di modo da non rovinare la suspense quando dal 20 settembre il reality sbarcherà in prima serata il giovedì su Raidue. Ma una cosa è certa, ed è che il vecchio avvocato è sopravvissuto. Ed è tornato nella sua casa al fresco di Branzi, in Val Brembana.
Non l'aveva detto a nessuno, Salaroli. Ma poi, nei giorni scorsi, inframmezzati alle gare delle Olimpiadi, sulla rete cadetta della Rai hanno iniziato ad andare in onda i «promo» del programma che verrà condotto dall'ex principe Emanuele Filiberto. Nei promo scorrevano le dieci coppie partite per l'avventura. Coppie di una qualche notorietà, e coppie normali, legate da diversi vincoli: di amicizia, parentela, colleganza: coppie di veline e di ballerini, promessi sposi, madri e figli. E «i due fratelli, Alarico e Armando».
A questo punto, nelle case di tanti veterani della Milano del delitto e della giustizia, i telecomandi hanno fatto un sobbalzo. Perché la chioma di riccioli bianchi che appare per qualche microsecondo nello spot è indubbiamente quella di Armando Salaroli, principe del foro. Uno che ha passato la vita a battagliare con i pubblici ministeri, difendendo i gangster grandi e spietati delle bande di Epaminonda e Turatello. E che a un certo punto ha ritenuto più saggio lasciare i veleni della metropoli e autoesiliarsi in montagna. Ma, evidentemente, a Branzi si annoiava. E ha trascinato con sé nell'avventura il fratello maggiore Alarico: nulla a che fare (beato lui) con malavitosi e giudici, ed invece una buona carriera di attore di teatro e doppiatore.
Come sia nata e proseguita la spedizione di Salaroli sulla rotta Gange-Pechino non è dato sapere, perché un ferreo contratto vincola tutti i protagonisti al silenzio fino a quando il reality non andrà in onda: e Salaroli è uomo di legge. Gli amici raccontano che già qualche anno fa c'era stato un primo accenno di feeling tra il vecchio avvocato e il magico mondo della televisione, quando un conoscente gli aveva proposto di andare all'Isola dei Famosi: e lui, l'Armando - cui un certo spirito guascone pare non manchi - era già bello e pronto a partire, quando il figlio lo aveva dissuaso in nome della reputazione familiare.
Sembrava che la cosa fosse morta lì, con qualche rimpianto di Salaroli per l'occasione perduta. Ma evidentemente era destino che prima o poi lasciasse la toga per lo zaino. E per un'esperienza che quanto ad asprezza rischia di fare impallidire quella che gli sarebbe toccata facendo il naufrago all'Isola: le dieci coppie del Pechino Express hanno dovuto viaggiare tra India, Nepal e Cina fuori dai percorsi del turismo di massa e sui sentieri degli abitanti, riuscendo a muoversi, cibarsi e dormire con due euro al giorno, e affrontandosi tra loro ad ogni tappa in sfide un po' crudeli chiamate «Prova Immunità».
Ma va anche detto che per uno come Salaroli abituato a combattere con Armando Spataro e Ilda Boccassini, doversi misurare con Costantino della Gherardesca e Simona Izzo o le due (da poco ex) veline non deve essere stato particolarmente traumatico.
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