Cultura e Spettacoli

Dalla lingua al significato: tutti i segreti di Jerusalema

Ritmo irrefrenabile, testo incomprensibile, significato profondo. Jerusalema è il tormentone dell'estate che non ti aspetti ma capace di conquistare tutti. Vi sveliamo perché

Dalla lingua al significato: tutti i segreti di Jerusalema

Il mondo della musica sta cambiando. Il successo planetario di "Jerusalema", brano dance pop del musicista sudafricano Master KG, ne è la prova. Prendi un pezzo gospel vecchio di un anno, lancialo su Tik Tok, spingilo con una challenge e il tormentone è presto fatto. Jerusalema è uno dei brani più ascoltati e scaricati di questo strano anno dominato dal coronavirus. E i numeri parlano da soli: oltre 140 milioni di visualizzazioni di Youtube, 160 milioni di view su Tik Tok e canzone più cercata al mondo su Shazam.

Gli ingredienti per far diventare "Jerusalema" un successo mondiale c'erano tutti. Ritmo coinvolgente, testo incomprensibile ma orecchiabile e balletto riproponibile con facilità sui social network più in voga. Nel 2019 però il brano gospel dal sapore afro-house del produttore e musicista africano Master KG non è riuscito a sfondare. Solo grazie alla dance challenge lanciata sulla piattaforma cinese Tik Tok lo scorso aprile, "Jerusalema" è riuscita a far breccia nel cuore degli ascoltatori, diventando uno dei tormentoni del 2020.

In un mondo in cui la musica sta diventando sempre più virtuale, dove i concerti si faranno sempre meno dal vivo e sempre di più in streaming (a causa soprattutto della pandemia) il fenomeno "Jerusalema" non deve sorprendere. Le piattaforme social, oggi, sono il motore trainante di mode e hit. Poco importa se il brano, che il 24enne Master KG canta in collaborazione con l'artista Nomcebo, è in realtà una preghiera in una lingua a noi sconosciuta. Piace perché canta un domani migliore, quello che ai tempi delle quarantene e della pandemia è diventato ormai un miraggio.

Il brano gospel, uscito in Sudafrica a novembre 2019, infatti è un'invocazione in lingua venda - idioma che nasce dal dialetto bantu parlato principalmente in Sudafrica e Zimbabwe da un gruppo ristretto di nativi - che regala una sonorità "asciutta e ritmata" alla quale è difficile resistere. Un'ode a Dio e un vero e proprio omaggio alla città santa Gerusalemme che "è la mia casa, guidami, portami con te, non lasciarmi qui. Il mio posto non è qui, il mio Regno non è qui, guidami, portami con te", recita il brano. E così il mondo intero è stato travolto dal ritmo della canzone, dalla gioia incontenibile e da quell'irrefrenabile voglia di ballare che scatena. Non c'è da sorprendersi, dunque, se milioni di ragazzini in tutto il mondo hanno riproposto il loro personale balletto su Tik Tok. Jerusalema non ha lasciato indifferenti neppure suore, frati e preti, che hanno deciso di scatenarsi a ritmo di musica postando i propri video sul web, diventati virali in poco tempo.

C'è solo da far cambiare idea al giovane musicista Master KG che all'esordio non è stato compreso, come ha svelato lui stesso in un'intervista a una stazione radio sudafricana: "Quando ho cominciato la gente diceva cose brutte, ma ho proseguito e adesso continuerò a spingere, voglio far ballare più gente possibile, voglio unire le persone".

Commenti