Sanremo 2020

Junior Cally: "5 Stelle e Sardine? Nessuno mi rappresenta"

Junior Cally sarà sul palco del Festival di Sanremo 2020 con un brano che è la risposta al populismo e alla politica degli ultimi anni da cui non si sente rappresentato in alcun modo

Junior Cally: "5 Stelle e Sardine? Nessuno mi rappresenta"

Sul palco del Festival di Sanremo 2020 ci sarà anche Junior Cally, convocato da Amadeus con il brano “No grazie”, una risposta al populismo e alla politica degli ultimi tempi.

Il rapper, all’anagrafe Antonio Signore, parla al Corriere della Sera della sua canzone, che si allontana dal “classico rap” perché, oltre a non utilizzare l’autotune sulla voce, presenta “strofe rap, ma invece di una base ci sono chitarre rock ‘cattive’”. Al centro del brano che verrà presentato al Festival della Musica Italiana, tuttavia, c’è il messaggio che Junior Cally vuole far passare. “La politica ormai sta su internet e i populisti sono quelli che vorrebbero risolvere i grandi problemi con i video su Tik Tok e le soluzioni buttate lì – ha spiegato lui - . Le soluzioni si cercano studiando”.

Svelando alcuni dettagli del brano, il 28enne che si è formato sulle strade della periferia degradata di Focene, frazione di Fiumicino, ha aggiunto: “In un passaggio parlo di razzismo e mojito e di qualcuno che da sconfitto ricrea un partito presentando cose vecchie sotto una nuova veste”. Un riferimento, nemmeno troppo velato, a Salvini e Renzi?. “È abbastanza chiaro – ha fatto sapere lui - . La politica ormai è attenzione ai social e voglia di apparire, assecondo i meme con le rime”. E, quando gli si chiede cosa pensi di 5 Stelle e sardine, Junior Cally non esita a sottolineare che “non mi rappresenta nessuno, ma non trovo giusto dire 'non me ne frega nulla della politica'. Delle Sardine però apprezzo che ci siano giovani che tornano in piazza per dire la loro”.

Con una “vita spericolata” alle spalle – è stato condannato per furto e ha avuto problemi con l’alcool – il rap di Junior Cally si discosta un po’ da quello dei colleghi. “Non sposo i contenuti di tutti i colleghi, ma non li giudico – ha spiegato, svelando un aspetto sconosciuto della sua vita privata - . Fra i 14 e i 18 anni, però, ho praticamente vissuto in ospedale per una malattia autoimmune che i medici faticavano a diagnosticare. Convivo con la piastrinopenia, nel mio sangue ci sono poche piastrine. Nel reparto oncologia ho conosciuto bambini che pochi giorni dopo non c’erano più: la vita è un dono troppo bello per buttarlo per uno sballo”.

Lui, che si è fatto conoscere indossando una maschera antigas che per lungo tempo ha tenuto nascosta la sua identità, salirà sul palco del Teatro Ariston con un brano che racconta “la mia crescita artistica e quella anagrafica, senza rinnegare il mio trascorso”. La mascherà, però, farà sempre parte della sua persona. Creata per “proteggermi e per poter uccidere il pregiudizio di chi in paese mi considerava quello che ci provava con la musica ma non ce la faceva”, si è reso conto che gli “precludeva aspetti della vita reale più di quanto accada con la fama”. Così, quando ha compreso che se non l’avesse tolta sarebbe rimasto in trappola, Junior Cally ha deciso di svelare la sua identità.

“E poi – ha concluso - in un momento di profili fake e cyberbullismo mi sembra un bel messaggio presentarsi con la propria identità”.

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