Cultura e Spettacoli

Ken Loach e Elton John: le due facce dell’Inghilterra ​sospesa tra due mondi

L’Inghilterra di chi non ce la fa, vista dalla macchina da presa di Ken Loach, finisce sotto i riflettori del Festival in una serata che vede Elton John sul tappeto rosso insieme a Taron Egerton che lo interpreta in Rocketman

Ken Loach e Elton John: le due facce dell’Inghilterra ​sospesa tra due mondi

Stefano Giani
nostro inviato a Cannes

Io Daniel Blake parte seconda. L’Inghilterra di chi non ce la fa, vista dalla macchina da presa di Ken Loach, finisce sotto i riflettori del Festival in una serata che vede Elton John sul tappeto rosso insieme a Taron Egerton che lo interpreta in Rocketman. Il cantante è un po’ sovrappeso ma sempre in forma e stamattina il film che parla delle sue debolezze e delle sue grandi virtù è stato applaudito ripetutamente dopo due ore di grande musica e qualche briciola di commozione. Se le canzoni mettono i brividi, la storia appare molto più approfondita e banale di quanto lasci normalmente presumere un’opera su una stella del rock. Dopo Bohemian rhapsody che ripercorre la parabola dei Queen, Cannes accoglie uno dei personaggi più importanti del pop, a breve distanza dal suo ritiro sulle scene.

Tuttavia la serata ha subito il tocco amaro dei senza lavoro e di una Gran Bretagna che zoppica. È il ritratto di Sorry we missed you l’ultimo film di Ken Loach in concorso internazionale. Dopo Daniel Blake che soccombe a se stesso per colpa di una burocrazia crudele e implacabile, effetto di una politica che aiuta i ricchi e calpesta i poveri, arriva una famiglia che tenta in tutti i modi di recuperare la propria dimensione di sopravvivenza. Rick, il capofamiglia, vende l’auto della moglie per pagare la cauzione necessaria per l’acquisto di un furgone con il quale consegnare pacchi a domicilio. Il franchising, che gli viene “venduto” come un ancora di salvezza, si rivela una trappola e il protagonista si ritrova massacrato da un regolamento penalizzante che gli impone multe per le giornate di non lavoro e perfino dai ladri che lo lasciano sul selciato più morto che vivo.

Quella di Ken Loach è un’analisi violenta e senza falsi pudori. È l’Inghilterra che il regista odia e combatte. Il seguito di quel Daniel Blake che torna a essere la vittima sacrificale, nelle vesti di un capofamiglia devoto e leale che vede i suoi sforzi e il suo impegno continuamente vanificati da una società in cui non abita il rispetto né il valore dell’uomo. Una platea per larghissima maggioranza anglosassone ha assistito a una nuova tirata del suo guru rosso contro una politica disprezzata e disprezzabile. Temi non nuovi, dunque, ma sempre di una certa efficacia, visto che nella figura del protagonista Rick (Kris Hitchen) ci si ritrova - almeno occasionalmente - un po’ tutti.

Il titolo deriva dal biglietto che i fattorini delle spedizioni lasciano sulla porta di casa dei destinatari non presenti alla consegna ma resta un indiretto riferimento a una società più giusta che all’orizzonte si fatica a intravedere. Un ritratto inglese applicabile su larga scala a molti altri contesti e l’equazione è facilmente alla portata del pubblico. “Un fulmine non cade mai nello stesso posto” ha risposto Ken Loach a chi ipotizzava per lui una seconda palma dopo Io Daniel Blake ma Sorry we missed you è il primo film proiettato sulla Croisette a porre un tema di larga riflessione. Da qui al successo la strada è lunga e irta di colleghi agguerriti.

Dall’amarezza sociale di Ken Loach alla voglia di divertirsi del popolo dei non addetti ai lavori che, a Cannes, ogni sera affollano il cinema sulla spiaggia, appuntamento gratuito e libero per chi non ha il pass per il Palais du cinema. La proiezione de La cité de la peur - in Italia noto come Quattro delitti in allegria - ha superato il successo di “Grease” di un anno fa. Una coda chilometrica su un lungomare affollatissimo che si è trasformato in una discoteca a cielo aperto per un’opera che quest’anno compie 25 anni, festeggia il restauro e rappresenta un cult comico, pop e un po’ trash per le platee francesi. Tutti conoscevano a memoria le battute e le recitavano religiosamente. Tutti si sono catapultati addosso al cast, travolto a fine rappresentazione dagli improvvisati balletti di un pubblico che ha chiesto selfie e osannato i suoi beniamini, comparsi dentro e fuori dalla proiezione con siparietti inattesi.

Insomma uno show a metà strada tra lo spettacolo dal vivo e il cinema che ha mandato tutti a letto cantando e, talvolta, imbattendosi in volti noti inattesi. Valeria Marini in incognito al pubblico della Costa azzurra e Vincent Cassel che spinge la carrozzina con la piccola Amazonie e al fianco la riccioluta moglie Tina Kunakey.

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