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"Godzilla vs Kong", arriva in streaming lo scontro tra titani

Trama e comprimari umani sono meramente funzionali alla ripetuta messa in scena della lotta tra i due giganteschi mostri. Un’esperienza visiva unica, peccato non su grande schermo

"Godzilla vs Kong", arriva in streaming lo scontro tra titani

Godzilla vs Kong, il trentaseiesimo titolo su Godzilla e dodicesimo su King Kong, nasce come sequel di “Godzilla II – King of the Monsters” del 2019 e di “Kong: Skull Island “del 2017 e, in Italia, vede la luce direttamente in streaming a partire da oggi.

Rivisitazione moderna di un film del 1962, nonché quarto capitolo del cosiddetto MonsterVerse, “King Kong vs Godzilla” regala esattamente quanto promesso dal titolo: due ore di feroci combattimenti tra creature mastodontiche. Di volta in volta lo scontro ha uno scenario diverso, ma sempre sorprendente: si va da quello in mare, nei fondali tra le piattaforme galleggianti delle portaerei, a quello in una Hong Kong notturna, illuminata dalle luci al neon di grattacieli destinati a sbriciolarsi.

Quanto alla trama, difficile considerarla più che il pretesto allo svolgimento dei suddetti faccia a faccia tra titani. Di mero contorno e anche un po’ astrusa, vede il coinvolgimento di fin troppi personaggi dallo spessore inesistente, alcuni al limite della macchietta. Nei film di mostri, da sempre, la caratterizzazione dei comprimari umani è bidimensionale, ma forse stavolta si esagera, fatta eccezione per la figura della bambina sordomuta che stabilisce un legame speciale con Kong.

Ma andiamo con ordine. Nel film precedente avevamo lasciato Godzilla a fare da guardiano al mondo e ora, apparentemente senza motivo, lo ritroviamo fuori controllo, intento ad attaccare un centro di ricerca. L’unico modo per fermarlo pare essere quello di contrapporgli Kong, che quindi viene prelevato dalla foresta idilliaca (e artificiale) in cui è tenuto sotto osservazione.

A livello di minutaggio, il mega gorilla non ha rivali, per non parlare di come l’accento sulla sua componente antropomorfa e sul fatto che provi una serie di emozioni come la paura, inducano lo spettatore a tifare per lui. Oltre a saggiarne la furia distruttiva, infatti, scopriamo la sua interiorità laddove interagisce usando il linguaggio dei segni: sono gli unici momenti toccanti, assieme a quelli in cui l’audio del film scompare, offrendoci una soggettiva sensoriale d’effetto.

Fatta pace con l’indiscutibile debolezza del plot, “Godzilla vs Kong” è godibile grazie all’enorme sfoggio di computer grafica d’eccellenza: l’animazione foto-realistica rende l’esperienza visiva assolutamente splendida. L’azione è sottolineata da musiche che ne amplificano l’epicità, le coreografie dei combattimenti appaiono sempre nitide e i puristi della lunga tradizione di film con protagonisti Godzilla e Kong scopriranno tante piccole citazioni a quel glorioso passato.

A questo giro non c’è interesse a mettere sul piatto il tema ecologico e il ruolo dell’essere umano nell’equilibrio del mondo: tutto è marginale rispetto alla ricerca di un’esperienza che ricordi quella videoludica e lasci a bocca aperta per l’ineguagliabile spettacolarità.

Ovviamente i monster-movie non brillano per verosimiglianza, ma in questo caso si esagera in termini di ingenuità e i personaggi appaiono talmente poco credibili da imporre allo spettatore di ricorrere a una dose extra di sospensione dell’incredulità per lasciarsi coinvolgere.

Insomma, “Godzilla vs Kong” è quel tipo di intrattenimento svagato il cui unico vero plus sarebbe stato poter essere goduto sul grande schermo; un vero peccato, quindi, che da noi si sia scelto di renderlo visibile solo sulle piattaforme streaming.

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