L'anno magico di Matilda, ragazza da Oscar e diva di culto

Film, serie tv, e Sanremo. La De Angelis è l'attrice italiana del momento: "Il segreto? Scegliere solo ruoli di donne forti"

L'anno magico di Matilda, ragazza da Oscar e diva di culto

Avete presente la sequenza di The Undoing in cui lei catalizza l'attenzione di tutti i maschi presenti in un sofisticato party newyorkese, prima di scappare e baciare Nicole Kidman in ascensore?

La verità nascosta è che le succede spesso, anche se naturalmente lei non fa niente per farlo accadere: «Ecco, se c'è una sfumatura di me che ho scoperto stando su quel set, è di avere una sensualità che non credevo di possedere: non pensavo di poter turbare in quel modo. Ma è successo».

E così succede che Matilda De Angelis, protagonista assoluta del film Atlas di Niccolò Castelli, storia perbene, e un po' perbenista, tra i Nord e i Sud del mondo che parla di attentati terroristici, di fanatismo islamico e di «sapere accettare l'altro, senza preconcetti»... - 85 minuti in scena su 90, più o meno, compresi quelli girati in montagna e in parete: «Non mi ero mai arrampicata prima, ho dovuto allenarmi e imparare tutto, mai fatto sport del genere, poi però. come faccio sempre, mi sono buttata» - succede, dicevamo, che giochi a fare la diva al Taormina Film festival, dove l'opera è in concorso, girando su una Fiat 500 customizzata made in Sicily tutta pupi, ceramiche e girasoli. Selfie, foto e applausi.

Se lo merita: diva e donna - o meglio ragazza: ha ancora 25 anni - è il volto e il corpo della stagione italiana 2020-21, sezione Spettacoli: annus mirabilis per lei. Ha recitato nella serie HBO già di culto The Undoing a fianco di Nicole Kidman e Hugh Grant concedendo un nudo integrale premiato da mrskin.com come «Best Full Frontal» per gli Anatomy Awards 2021 (sembra che una volta abbia detto «Mi sento più a mio agio nuda che vestita», ma non c'è da crederle, sotto il vestito c'è sempre un gossip, e comunque «Si trattava di rendere al meglio una donna caduta in un abisso di pazzia, erotomania, tristezza e depressione»). Poi ha vinto il David di Donatello come miglior attrice non protagonista per il film L'incredibile storia dell'isola delle Rose con Elio Germano (sul palco, statuetta in mano, esordì «Voi siete pazzi, ho quindici secondi, mi vengono in mente soltanto parolacce», una cosa diventata sui social molto Iconic). Ha finito a gennaio le riprese del film tratto dal romanzo di Ernest Hemingway, autore che non ama molto..., Di là dal fiume e tra gli alberi, diretto da Paula Ortiz con protagonista Liev Schreiber («È interamente in bianco e nero, girato a Venezia, moltissime scene di notte, in esterno e d'inverno, e tutto recitato in inglese Qualcosa di bellissimo e complicatissimo, una storia magica e romantica, anche se Hemingway non è certo il primo dei femministi»). Ha partecipato a marzo alla prima serata del Festival di Sanremo come co-conduttrice assieme a Amadeus («Tutti mi chiedono se tonerò alla musica, il mondo da cui vengo: dico sempre di sì, ma non vorrei essere qui tra dieci anni a ripeterlo ancora senza aver fatto niente Chissà, vedremo... Certo quando vedo una come Madame impazzisco per il talento che vedo»). Ha partecipato alla serie biografica Leonardo, andata in onda su Rai Uno in primavera, dove è stata una grande Caterina di Cremona, amante (immaginaria) del genio di Vinci, anche se poi c'è quel fatto che in alcune scene è identica a Jennifer Lawrence di Hunger Games...

Comunque, se esistesse un Oscar italiano dell'anno sarebbe suo.

«In realtà erano tutte cose girate nel 2019, un anno in cui sono stata sempre sui set, come fossi a bottega, e adesso è arrivato l'anno di palcoscenico, e me la godo: è la dimostrazione che se lavori duro poi i frutti li cogli».

Mandorle, arance rosse e fichi d'India, Taormina per Matilda De Angelis - bolognese, ma senza accento, e in Atlas, girato fra Lugano e le cime dei Denti della Vecchia, sembra davvero una ticinese, troppo bella per essere una montagnina, ma la dizione è ottima - è una città portafortuna: qui fu premiata «Attrice rivelazione dell'anno» nel 2016, quando uscì Veloce come il vento, con Stefano Accorsi, ambientato nel mondo del rally: «Vedi, un altro sport estremo mai praticato prima, anche lì: mi sono buttata». E buttandosi, può capitare di vincere.

Del resto, a 16 anni, quando cantava nel gruppo Rumba de Bodas sognava di diventare una rockstar e, dopo, tutto cominciò facendo un casting - come Benedetta Porcaroli - per una serie Rai che si chiamava Tutto può succedere.

Ed è successo che oggi Matilda De Angelis - una bellezza particolare, che poco tempo fa ricompattò un'intera generazione social mostrandosi in un selfie al naturale, coi segni dell'acne: «Magari ho aiutato qualche ragazza a sentirsi meno fuori posto» - è la presenza femminile più nuova e più ricercata (forse assieme a Serena Rossi) degli ultimissimi anni nel nostro cinema.

«Il mio successo? Credo sia tutta una questione di scelte. All'inizio per istinto, che comunque non mi ha mai tradito, poi in maniera più ragionata, e che deriva dall'esperienza, ma tutti i personaggi che ho accettato di interpretare sono figure femminili forti, indipendenti, non stereotipate».

Anche se poi - è inevitabile, così giovani, e con una carriera così fulminante - nelle interviste si può scivolare nelle frasi stereotipate: «Essere semplici è una cosa difficilissima», «La vera libertà, anche nel cinema, è essere quello che sei». Oppure: «Il mio lato tragico lo conosco da quando avevo tre anni, mi piacerebbe ora che il cinema scoprisse anche quello comico». Siamo sicuri succederà.

Intanto, autodidatta nella recitazione e con una capacità di recitare in inglese che è una cosa non così scontata per tanti suoi colleghi del nostro Paese, Matilda De Angelis è l'unica italiana della sua generazione che

ha già un piede, sandalo nero e caviglia snella, in una carriera internazionale. Ha il fisico, molto apprezzato, du rôle, e la testa per emergere ancora di più, ripartendo dal mare di Taormina. Tra Scilla e Carridi. D'oro?

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