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Leonardo DiCaprio travolto dalle polemiche: “Non vuole lavorare con registe"

Un tweet del critico cinematografico inglese Guy Lodge ha sollevato un polverone sul divo, accusato di giocare sul sicuro (e non volere tra i piedi registe donne?)

Leonardo DiCaprio travolto dalle polemiche: “Non vuole lavorare con registe"

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Non definirei le scelte artistiche di Leonardo DiCaprio rischiose: non recita in un film diretto da una donna dal 1995, e non credo sia un fatto proprio insignificante”. Con questo tweet, il critico cinematografico inglese Guy Lodge ha sollevato un polverone su una delle icone del cinema internazionale. Condividendo sul suo account Twitter un articolo di The Hollywood Reporter che loda Leo come un attore capace di dominare al botteghino nonostante non abbia mai preso parte a saghe o blockbuster, Lodge ha lanciato una forte critica sulle decisioni professionali dell’attore.

Enormi produzioni di prestigio – aggiunge Lodge – con registi maschi affermati. Mi piace che sia esigente e resista ai franchise: ha fatto bene alla sua carriera. Ma a questo livello di celebrità, avrebbe la capacità di buttarsi in progetti più rischiosi”. Questo messaggio ha scatenato i fan, addetti ai lavori e non, del Premio Oscar. Soprattutto alla luce delle polemiche scaturite dalle femministe statunitensi, che hanno aspramente contestato il direttore Alberto Barbera e la selezione della 76sima Mostra di Venezia, che porta in Concorso lo “stupratore” Roman Polanski e include soltanto 2 donne registe su 21.

Leonardo DiCaprio non ama le registe? Le repliche social

Il cinguettio di Lodge ha subito attirato le attenzioni di tanti utenti sui social. Kayleigh Donaldson, critica del sito Screen Rant, ha obiettato che le scelte “sicure” di Leonardo DiCaprio siano in realtà comuni a tanti grandi nomi di Hollywood, specie se over 45. “Non che molti dei principali attori americani al suo livello – scrive la Donaldson – accettino davvero ruoli rischiosi o pericolosi, ma non direi che Leo rischia molto lavorando costantemente con Scorsese, Quentin Tarantino e Iñárritu”.

Sulla questione è intervenuta persino Zoe Kazan. “Ci sono più filmmaker maschi che registe donne – il post dell’attrice – in particolare quelli a cui viene dato molto potere. Ma dato il numero di registe con cui ho lavorato nella mia relativamente breve carriera, sembra una ‘scelta’ reale quella che molti attori fanno di non lavorare con qualsiasi/nessuna regista. Ma la ragione per cui tutto ciò accade è che ci sono solo pochissime star che possono vedersi finanziato un film con un certo budget.

E allora come usano il loro potere, le storie che si mettono alle spalle… ha un impatto su ciò che finisce sullo schermo”.

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