Sanremo 2020

Leotta, la diletta d'Italia sa rendere sexy persino la vecchiaia

La «co-conduttrice» spiazza tutti: giovane e bella, fa l'elogio del tempo che passa

Leotta, la diletta d'Italia sa rendere sexy persino la vecchiaia

da Sanremo

Cosa può fare di sorprendente una donna giovane, bella, bellissima, sexy, una bomba sexy, sulla cresta dell'onda e amato volto tv? Parlare della vecchiaia... di quando non sarà più così stupenda, di quando avrà le rughe, di quando non sarà più così cercata... È stata questa la scelta di Diletta Leotta, con tanto di nonna Elena in prima fila ad ascoltarla, per assolvere al compito di parlare di donne sul palco dell'Ariston.

Una riflessione, profonda e un po' ironica, dedicata alla serenità di invecchiare, di accettare il tempo che passa. Un contrasto palese tra lei adesso, a 28 anni, e quello che sarà. Che lei affronta con semplicità. Così come ha fatto per tutto questo suo passaggio al Festival. Schivando le polemiche, le critiche e le accuse, con un sorriso sulle labbra: non si scompone, sgrana gli occhioni e passa oltre. Fin dal mattino quando, nella tradizionale conferenza stampa, con due battute cancella tutti gli improperi rivolti ad Amadeus sul presunto atteggiamento misogino del conduttore.

Lei e Rula Jebreal, nella serata che inaugura il Festival, sono le prime due delle dieci donne chiamate dal conduttore a rappresentare il genere femminile «in tutte le sue sfaccettature», a «raccontare» il valore e l'importanza delle donne sul palco. Lei, la bionda, impersona ovviamente la parte più leggera, la diva social, la reginetta del calcio che posta foto da far girare la testa agli uomini, che però se ne esce con un monologo sulla vecchiaia. E non si impressiona a «competere» sul palco con una figura ingombrante come Rula, venuta all'Ariston dagli Stati Uniti per parlare di temi molto più difficili e delicati come la violenza contro le donne. Non giocano certo a fare la bruna e la bionda, né tanto meno le vallette e neanche le co-conduttrici, tanto che non si sa neppure come definirle... «L'Ariston sarà il mio San Siro - aveva detto la Leotta alla mattina in conferenza con opportuno linguaggio calcistico - Io mi sento un'attaccante. Sono pronta a giocare la partita seguendo i consigli del mio mister (Amadeus), entro in campo con una donna fantastica che trasmette a tutti la sua energia, la sua straordinaria personalità». Diletta, nella sua ormai lunga esperienza di donna invidiatissima, passata da «meteorina» a volto del calcio di Sky a conduttrice di reality come Il contadino cerca moglie fino ad approdare alla nuova piattaforma sportiva di Dazn, rinvia al mittente ogni critica. Anche quelle velenosissime di Paola Ferrari, il volto Rai del calcio, che di lei ha detto «Non è un buon modello per le ragazze». «Sugli attacchi non mi soffermo mai perché altrimenti passerei giornate intere a farlo. E in ogni caso non mi piace litigare, non si può piacere a tutti. Non conosco personalmente Paola, ma la invito a prendere un caffè, sono sicura che cambierà idea su di me. Anzi, spero, mi auspico che questo Festival possa diventare un incitamento a una maggiore solidarietà femminile».

A Sanremo ci venne anni fa con un vestito mozzafiato per parlare di foto rubate e invasione della privacy. Naturale il paragone con Belen, che a Sanremo si fece notare per la celebre farfallina: «Lei ha una sensualità e una femminilità che io me le sogno la notte...» Sei milioni di follower, spesso sotto accusa perché troppo sexy, troppo nuda, troppo devota alla chirurgia estetica, ribatte semplicemente: «È la mia fisicità che mi rende così. La bellezza capita, non è un vantaggio». Sarà... E per levarsi di dosso qualsiasi alone di diva, tra una prova e l'altra, gira per Sanremo con metodo green: niente macchinone con autista, ma monopattino elettrico. Ovviamente, con codazzo di giovanotti che si voltano di scatto al suo passaggio..

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