Il personaggio della settimana

Le pagliacciate per un briciolo di popolarità

Sgomitano e arrancano per guadagnare follower e un posto in tv, ma il loro telefono non squilla: la vita (social) degli affamati di popolarità

Le pagliacciate per un briciolo di popolarità

Quante volte guardiamo la tv e pensiamo "ma questo/a cosa ci fa? Perché è lì?". Nasce dalla convinzione, ormai ingenua, che al mezzo televisivo possano accedere solo persone di talento o che abbiano realmente qualcosa da dire. Invece no, quei tempi sono andati via già da un pezzo e oggi la tv è fondata sul democratico concetto che chiunque può mettervi piede se ha abbastanza culo (sì, serve anche questo) ma non tutti possono restarci.

Questo perché non tutti servono al di là dello scopo per il quale sono stati chiamati. Molti, però si illudono spesso di essere diventati qualcuno in quei frangenti, solo perché, magari, sono riusciti in qualche modo a crearsi un bottino di follower nella convinzione che, proprio quei seguaci, siano il passepartout per un posto al sole nel mondo dello spettacolo.

È un circolo vizioso in realtà. Prendiamo, come esempio, i partecipanti di Temptation Island. Prima di prendere parte al programma più amato della televisione italiana estiva erano seguiti al massimo dai loro genitori e da qualche amico. Fanno i provini per la trasmissione e dichiarano di voler partecipare per mettere alla prova la loro relazione in previsione di un futuro più solido. Intento lodevole, per carità, ma spesso pretestuoso.

La visibilità raggiunta stando qualche ora in costume davanti alle telecamere fa salire i follower. Il programma finisce e si spengono i riflettori della televisione, visto che la loro presenza non è funzionale in altri contesti. Che fine fanno questi personaggi? Continuano a esistere e a galleggiare sui social dove, proprio grazie al manipolo di follower, ottengono qualche sponsorizzazione minore.

Potrebbero accontentarsi e tornare alla vita precedente ma, per molti di loro, l'esistenza prima del programma è stata solo una rincorsa a perdifiato per acciuffare quei minuti in tv, fatta di foto ammiccanti sui social per i quattro gatti che li seguivano e da lunghe ore di allenemento per esibire i muscoli. Quindi, della vita di prima, non resta nulla. Una volta assaggiato il frutto della popolarità si diventa quasi bulimici di visibilità e allora si escogitano stratagemmi vari per non far spegnere quell'unica lampadina rimasta accesa, perché sentirsi dire "ma chi?", quando ormai convinti di essere riconosciuti, per loro non è tollerabile.

E allora ecco che si inventano gossip della peggior specie che alimentano il sottobosco social fatto di pagine minori. Si rendono privati i profili in modo da provare un ultimo disperato tentativo di raggranellare qualche follower in più. Perché? Perché così possono osare e proporsi per reality come il Grande fratello vip. Sì, perché sono convinti di essere vip. Ma ci credono solo loro. E infatti per molti di loro quel telefono non suonerà più.

Giustamente.

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