L'Impero romano ormai è tutta una fiction

La storia romana si è ormai conquistata un posto nelle serie tv. Qualche mese fa è arrivata Barbarians - Roma sotto attacco, docu-drama prodotto da History. Ora è Netflix a proporre un altro docu-drama, L'Impero romano - Potere e sangue. In questo caso l'interesse si focalizza sulle vicende dell'imperatore Commodo (161-192 d.C.), uno dei cesari meno amati della storia di Roma. La scelta del periodo storico risente ovviamente del successo de Il gladiatore di Ridley Scott che proprio quel periodo, romanzandolo e molto, aveva raccontato. Questa fiction prova a essere più filologica e interpola la narrazione degli eventi con interviste a vari accademici (esattamente come avviene in Barbarians). Il risultato è una trama avvincente. Le cose che si raccontano in House of Cards nell'Impero romano si potevano fare davvero, e ascoltando le parti didattiche finisce che qualcosa si impara. Però in effetti qualche limite la serie ce l'ha. Commodo arrivò sul trono dopo Marco Aurelio, il più completo e geniale degli imperatori. Era per giunta il primo caso di Augusto che ereditava il trono senza essere adottato, ma per sangue. Inevitabile che gli storici romani e i contemporanei ne pensassero malissimo. Nacque subito una leggenda nera, su questo ragazzino inadeguato. Ecco, la serie la sposa in pieno, senza correttivi.

La storiografia più aggiornata però ci racconta anche un Commodo un po' diverso, amante delle arti, almeno in apparenza devoto alla memoria del padre e incline a non perseguitare i cristiani. Ergo, divertitevi con la serie, ma fate la tara alla malvagità del Cesare che sognava di essere un gladiatore.

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