Cultura e Spettacoli

L'importanza del "fattore F" nel tenere in vita lo show: Fiorello e la sua missione di portare "allegria" al Paese

Cosa rimarrebbe di questo Festival senza Fiorello? Non moltissimo.

L'importanza del "fattore F" nel tenere in vita lo show: Fiorello e la sua missione di portare "allegria" al Paese

Lui salta, canta, balla, corre, duetta, interpreta, imita, si traveste, telefona, presenta. «Su i braccioli, giù i braccioli!». E poi annuncia, soccorre, incoraggia, improvvisa, spinge il carrello, porta i fiori e le buste. «Su i braccioli, giù i braccioli!». E ancora gioca, ride, scherza, inventa, fa scoppiare i palloncini, spara cavolate a raffica. «Su i braccioli, giù i braccioli!».

Insomma, cosa rimarrebbe di questo Festival senza Fiorello? Non moltissimo. Certo, ci sono le canzoni (ce ne ricorderemo qualcuna tra qualche anno?), c'è la grande Pausini, ci sono le belle ed emozionanti Matilda, Elodie e Vittoria, c'è la Bertè, c'è la Cinquetti, ma senza quella pallina impazzita che scorrazza per il teatro vuoto come in un flipper, senza quell'aspirina infilata nella bottiglia di Coca-Cola, non sarebbe molto più noioso? Altro che qualche migliaio di spettatori in meno: ci sarebbe la fuga. Perché, diciamocelo, questo è il Festival di Fiore, anche più dell'altro anno. Forse anche troppo più dell'altro anno. Lui è ovunque, in ogni punto del teatro, in ogni momento, in ogni situazione, anche a fare lo spettatore, di se stesso: uno solo che vale per tutti. Riesce a essere il mattatore spumeggiante e nel contempo il papà disperato per la figlia adolescente chiusa in Dad, riesce a divertirsi come se fuori dall'Ariston non ci fosse il deserto della pandemia e a invocare i vaccini. Insomma, è il fattore F di Sanremo 2021. Una delle poche cose allegre che ci ricorderemo di questi mesi orribili. Uno che si è preso sulle spalle il Festival. Che riesce a nuotare dove non c'è l'acqua. Che ha avuto il coraggio di fare uno show in assenza di linfa vitale, il pubblico. E di sostituirsi a chi avrebbe dovuto esserci come Celentano e Benigni (giustamente prudenti, alla loro età), Jovanotti («non si va senza un'idea») e Naomi Campbell (impossibilitata a viaggiare). «Su i braccioli, giù i braccioli!». Mentre il conduttore stava per gettare la spugna («basta, in queste condizioni non lo faccio più», s'arrabbiava Amadeus), lui lo ha incoraggiato a non mollare. «Dai Ama, non ti preoccupare, ce la facciamo, fa niente se ci hanno tolto tutto, pure la nave da crociera, c'è la pandemia, facciamo un po' d'allegria».

Le sfide lo galvanizzano. E questa è certamente la sfida più grande della sua vita. Non sarà facile reggere così fino a domani. Magari, alla lunga anche uno come Fiorello stanca, si va in overdose.

Però, meno male che c'è.

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