Cultura e Spettacoli

Un Lincoln paterno e a misura di fiaba

L'ultimo film di Steven Spielberg è il classico prodotto da Oscar (12 candidature) o qualcosa di più?

Un Lincoln paterno e a misura di fiaba

Lincoln, celebrato 27esimo film di Steven Spielberg, è il classico prodotto da Oscar (12 candidature), o qualcosa di più?

È tutt'e due e può essere visto da tutti, juniores compresi - a patto resistano seduti per due ore e mezza -, ai quali un'affettuosa lezione di storia come questa, piacerà. Si sorride spesso, mentre il presidente Lincoln, magistralmente impersonato da Daniel Day-Lewis, narra aneddoti di vita vissuta e spezza la tensione della Guerra Civile chiacchierando con i telegrafisti, gli uomini del suo gabinetto, o l'attendente insonnolito. La riuscita del biopic, ispirato al bestseller del premio Pulitzer Doris Kearns Goodwin, Team of Rivals, in buona parte si deve alla scrittura di Tony Kusher. È sagace il suo script, pieno di contrappunti tra la torrenziale verbosità di «Re Abramo l'Africano», com'è sbertucciato Lincoln dai rivali, in un Parlamento che, nel 1865, somiglia al nostro, abitato com'è da risse verbali e non solo, e l'aneddotica di alleggerimento. È il Lincoln che non ti aspetti, a misura di fiaba popolare.
Come funziona la scelta di concentrare la figura dell'«onesto Abe», ritratto come marito, padre, amico del suo popolo, negli ultimi quattro mesi prima del suo assassinio. Il problemone di mostrare una battaglia su tutte, nello scontro tra Nord e Sud, è risolto a Wilmigton. Un gruppo laocoontiano s'avvighia in acque paludose, poi dissolvenza e subito il Presidente porge ascolto a due soldati di colore. Si capisce che è un uomo dedito agli altri. «La vista d'una chiatta piena di schiavi neri mi ha sconvolto», confessa Lincoln, persuadendo un deputato a votare per il 13esimo emendamento, voluto per abolire la schiavitù.

E qui spunta il lato contemporaneo del racconto. Ovvero la pratica della «bustarella», in voga nel 1865 anche tra i repubblicani, capitanati da Thaddeus Stephens, un Tommy Lee Jones strepitoso, mentre picchia duro per ottenere l'uguaglianza. I dollari utili a guadagnar voti sono infilati nei menù, porti con noncuranza ai bigotti avversari...Il presidente, che si lucida gli stivali in penombra, prende il figlio Teddy a cavalluccio, o litiga con la disturbata moglie Molly (Sally Field), mentre lotta contro il pregiudizio e ricorda i teoremi di Euclide, mostra l'aspetto nobile della politica.

Qualcosa di cui non si ha più memoria.

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