Questa è la settimana del cervello, quantomeno per noi Homo sapiens, che sul nostro cervello ce la tiriamo tanto rispetto agli altri animali, con qualche legittima ragione, ma talvolta anche a torto. Ma quanti miti si sono diffusi sul nostro cervello? Non pochi. Per esempio, quante volte vi sarà capitato, per esempio, di sentire qualcuno che afferma che usiamo solo il 10% del nostro cervello? In realtà avere un cervello come il nostro è costato molto in termini evolutivi, e la selezione naturale non avrebbe mai permesso lo sviluppo di un organo che non utilizziamo per il 90%. Inoltre, come ricorda Giorgio Vallortigara, oggi grazie alla Risonanza Magnetica Funzionale possiamo vedere che non c'è area del nostro cervello che non si attivi, perfino durante il sonno. Il cervello è una macchina molto dispendiosa, e consuma il 20% delle calorie del nostro organismo, sia che voi siate Stephen Hawking, sia che siate Luigi Di Maio. A chi vi dice che ne utilizziamo solo il 10% rispondete che non è vero, ma probabilmente lui sì, della sua materia grigia utilizza solo il 10%. Sebbene pure il fatto che il cervello sia grigio è un mito: il cervello è rosa, azzurrino, nero e bianco. C'è anche il grigio, certo, che però è solo l'insieme del corpo dei neuroni.
Altro mito è che la grandezza del cervello sia direttamente proporzionale all'intelligenza. Ci cascano in tanti, anche in un articolo su La Stampa tempo fa si leggeva che «fra gli animali l'uomo ha il cervello più grande», mica vero. Il nostro cervello pesa un chilo e mezzo, quello di un elefante 4,5 chili, quello di una balena 10 chili, ma nessun elefante e nessuna balena hanno mai scritto l'Amleto, o concepito la teoria dell'evoluzione, o messo piede sulla Luna, o mandato robot su Marte. Piuttosto le dimensioni del cervello contano in proporzione a quelle del corpo.
A proposito di dimensioni, gli uomini hanno il cervello più grande delle donne, ma anche qui non significa niente in termini di intelligenza, altrimenti il mio portinaio dovrebbe essere più intelligente di Virginia Woolf. Tuttavia alcuni miti sono anche legati a dei tabù ideologici, specialmente in era di #metoo e quote rosa, provatevi a dire che i cervelli di uomini e donne non sono uguali, e che hanno predisposizioni diverse, determinate geneticamente: le femministe vi sbraneranno, eppure è così. Le donne sono meno predisposte all'ingegneria e alla manipolazione di oggetti, per dirne una, e più per le relazioni umane (tranne le fidanzate che ho avuto io). Questo non significa che gli uomini abbiano un cervello migliore delle donne, ma direi di una femminista sicuramente sì. In ogni caso le differenze della connettività funzionale del cervello maschile e femminile sono di recente state documentate perfino nei feti, fatevene una ragione.
Tra l'altro neppure i cervelli degli uomini, maschi o femmine che siano, sono uguali tra di loro (e consiglio la lettura dell'illuminante saggio di Stephen Pinker Tabula rasa, perché gli uomini non sono tutti uguali, Mondadori), e qui si va contro il mito del buon selvaggio e dell'uguaglianza naturale, e tra i colpevoli c'è Rousseau. Sarà per questo che i grillini, non certo mostri di intelligenza, hanno scelto come nome del loro mezzo di incontro per la democrazia diretta proprio «piattaforma Rousseau». Piattaforma Einstein avrebbe stonato molto.
Già, Albert Einstein, gran cervello. E tuttavia, tornando alla settimana del cervello, siamo davvero la specie più intelligente del pianeta? Anche su questo avrei dei dubbi, quantomeno in termini statistici. Se ci pensate, gli incredibili risultati ottenuti dalla nostra specie, sono frutto di pochissimi cervelli: se mettete insieme tutti gli Shakespeare, i Leopardi, i Copernico, i Galileo, i Darwin, gli Einstein e compagnia bella, vi rendete conto che l'umanità è progredita culturalmente, scientificamente e tecnologicamente grazie al pensiero di meno dell'1% degli individui, altrimenti eravamo ancora lì col naso per aria a pensare di essere il centro dell'universo.
Ancora oggi, con i nostri GPS installati negli smartphone che funzionano grazie alla relatività, nonostante le nostre conoscenze di astrofisica, continuano a essere popolari gli oroscopi.
Per la maggior parte, su sette miliardi, più che Homo sapiens, siamo Homo deficients, insomma come specie abbiamo poco da festeggiare il cervello di tutti, piuttosto dovremmo festeggiare il cervello di pochi. L'intelligenza del cervello, insomma, non è una cosa molto democratica.
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