Pedro ArmociaMetti un attore che non sa bene l'inglese, non sa cosa sia Netflix, ma sa seguire il suo sogno. Eccolo oggi, unico italiano, su Netflix a recitare in inglese in un serie tv di successo. Ma, come tanti suoi conterranei, anche Lorenzo Richelmy non sapeva quasi nulla del colosso americano di video on demand (75 milioni di abbonati nel mondo, circa 110mila in Italia dove è sbarcato lo scorso ottobre) però aveva saputo che cercavano un attore per una serie su Marco Polo: «Non ci ho pensato su due volte e ho inviato un provino realizzato da Enrico Maria Artale, il regista con cui ho girato due anni fa Il terzo tempo sul rugby. Avevo un po' l'aspetto di Marco Polo perché venivo dal set di Sotto una buona stella di Carlo Verdone. Solo che, proprio durante la conferenza stampa del film, mi è arrivata la notizia che i produttori cercavano più una faccia da modello. Mi sono un po' demoralizzato perché non mi vedo proprio bello. Avevo vicino De Laurentiis e gli ho chiesto un consiglio. Così il giorno dopo un'amica fotografa mi ha fatto un po' di scatti, li ho mandati e mi hanno chiamato». Ed è stato «un po' come vincere la lotteria, anche in termini economici» ammette l'attore nato 25 anni fa a La Spezia, ma romano d'adozione, che si è trovato nel giro di poche ore catapultato in Malesia per un paio di mesi a imparare bene l'inglese, ad andare a cavallo, a tirare con l'arco, a praticare il Kung Fu, per poi girare la serie per sette mesi per 14 ore al giorno. «Un lavoro totalizzante, con gli americani è così», d'altro canto i produttori di Marco Polo, serie ideata da John Fusco, sono i fratelli Weinstein, i maghi dei premi Oscar. La prima stagione, che è stata la più costosa della storia dopo Il trono di spade, è andata bene tanto che è stata appena realizzata la seconda in programma in tarda primavera: «Sono appena rientrato dalla Malesia dove, dopo essere stati in Ungheria e in Slovacchia, abbiamo terminato le riprese. Tra un mese sarò a Parigi a un grande evento di Netflix Europa perché per loro Marco Polo è la serie di punta. Per la promozione della prima stagione ho girato mezzo mondo, in Brasile mi portavano da un posto all'altro in elicottero. Anche per questi impegni non sono mai riuscito a doppiarmi in italiano». «Ritrovarmi a 23 anni con un armatura in mezzo a un campo medievale ed essere pagato per farlo» è il sogno di bambino che si avvera per questo novello Marco Polo che ha studiato al centro Sperimentale di Cinematografiao dopo essere stato uno dei protagonisti della serie tv Mediaset I liceali: Devo ringraziare la passione del marito di mia madre per l'Oriente che abbiamo molto visitato. Naturalmente ho ripensato a quei viaggi quando ho interpretato Marco Polo che, 17enne, con il padre per 4 anni si è ritrovato in quelle terre e poi ha scelto di rimanerci per 20. Un ragazzo che diventa un uomo eccezionale, dalla struttura mentale molto aperta, altrimenti gli sarebbe stato impossibile inserirsi così bene in un mondo tanto diverso». Ciononostante Richelmy, che nel 2012 ha partecipato alla serie web Kubrick, una storia porno dei The Jackal, non vuole lasciare lo Stivale: «Mi sento un attore italiano, se faccio un provino qui è più semplice e poi non mi affascina lo star system americano anche se naturalmente mi piacerebbe lavorarci. Oltretutto ho visto che c'è molta voglia di italiani all'estero, dieci anni fa secondo me sarebbe stato impossibile vedere un attore italiano protagonista di una serie americana. Ma ora ho altre priorità, con quello che ho guadagnato mi piacerebbe produrre qualcosa da noi, creare una base, un gruppo». In Marco Polo il padre è interpretato da Pierfrancesco Favino: «È il mio attore preferito, persona grande e generosa, di estrema professionalità. Ma, se guardo al passato, il mio modello è Gian Maria Volontè».
E se, parlando di registi, in Italia gli piacerebbe lavorare con Matteo Garrone «perché ha grande attenzione per gli attori, sta lì e ti parla», all'estero il suo sguardo è puntato su Quentin Tarantino e soprattuto su Nicolas Winding Refn, l'esplosivo autore di Drive, «che - rivela - ho avuto la fortuna di incontrare per un progetto futuro».Lorenzo Richelmy, l'unica star italiana nel mondo Netflix
In poche ore, l'attore spezzino è stato catapultato in Malesia, sul set di una delle serie tv più costose di tutti i tempi: un successo globale «È stato come vincere alla lotteria, in tutti i sensi»
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