Cronache

È morto Sandro Petrone, storico conduttore del Tg2

A 66 anni è morto Sandro Petrone, volto storico del Tg2 e inviato di guerra negli scenari più pericolosi. Da anni combatteva contro un tumore aggressivo ai polmoni

È morto Sandro Petrone, storico conduttore del Tg2

Grave lutto in Viale Mazzini. Questa notte è morto il giornalista Sandro Petrone, storico volto del telegiornale di Rai2. Aveva compiuto 66 anni lo scorso febbraio ma purtroppo non è riuscito a sconfiggere il tumore che da anni lo affliggeva. Nella sua lunga carriera è stato inviato di guerra negli scenari più critici dei conflitti internazionali e con la sua voce ha raccontato il cambiamento geopolitico del pianeta dagli anni Ottanta ai Duemila. Con lui il giornalismo italiano ha perso un altro pilastro.

Sandro Petrone è stato un pioniere del giornalismo d'assalto in tempo di guerra. Con la sua telecamera è stato il primo giornalista a dare copertura ai grandi eventi della storia contemporanea. Ha raccontato la Guerra del Golfo e quella in Jugoslavia, è stato il primo giornalista italiano a trasmettere dal Kuwait liberato. Ha dato voce agli eventi bellici in Kosovo, Iraq e Libano ma ha raccontato anche la grande stagione degli attentati terroristici fin dall'11 settembre 2001, passando per gli attacchi di Madrid e Londra. Negli anni si era specializzato nella politica USA ed era uno dei massimi esperti di elezioni americane della Rai, tanto da garantire la copertura delle presidenziali fin dal 1992, con lunghissimi mesi di permanenza nella redazione di corrispondenza di New York. Ha vissuto anche a Parigi, Londra e Mosca, da dove lavorava come corrispondente Rai, realizzando spesso interessanti reportage. Per oltre un decennio, dal 1997 al 2012, è stato un volto ancor più familiare per gli italiani, perché era stato incaricato di condurre l'edizione delle 13 del Tg2.

La scoperta del tumore ai polmoni è avvenuto nel corso della sua lunga attività come inviato in zone di guerra. Sandro Petrone raccontò la scoperta della malattia ad Onconline, uno dei portali web specializzati in patologie oncologiche. La diagnosi è avvenuta nel 2016, durante uno dei tanti screening ai quali il giornalista si è sempre sottoposto in veste di inviato di guerra. "Ero tenuto a effettuare controlli medici semestrali per accertarmi che non avessi malattie infettive o altri problemi di salute", aveva raccontato il giornalista che, quella volta, decise di chiedere anche una lastra ai polmoni a causa di un certo affaticamento. Un problema che non lo impensieriva più di tanto ma che, probabilmente, accese in lui un primo campanello d'allarme. In quel momento iniziò il suo calvario, con un addensamento nei polmoni che si scoprì essere un microcitoma, tumore, anche piuttosto aggressivo. I medici gli diedero 6, massimo 8 mesi di vita ma lui, con la determinazione che caratterizza un inviato di guerra, si è messo alla ricerca di una cura qualunque, anche sperimentale, che potesse allungare la sua aspettativa di vita.

Per questa ragione abbandonò la strada della chemioterapia, contro il parere dei suoi medici di riferimento, e iniziò l'immunoterapia all'ospedale Pascale di Napoli, sua città natale. Per anni ha alternato le cure chemioterapiche a quelle immunologiche sperimentali e i risultati ottenuti, dopo tutto, gli hanno dato ragione. Sandro Petrone non è stato solo uno dei più bravi giornalisti e inviati di guerra della Rai, ma era anche un cantante. La musica è stato il suo primo amore, è cresciuto nella Napoli degli anni Settanta con amici come Edoardo Bennato, Pino Daniele, Enzo Gragnaniello e Tony Cercola. Una passione per la musica mai abbandonata ma solo accantonata per seguire la strada del giornalismo, che non gli ha però impedito di scrivere e comporre pezzi anche durante la carriera da inviato di guerra. "Io che ho accarezzato la morte so raccontarvi cos'è combattere", recita l'intro della canzone Sono un guerriero e non temo la morte, scritta e interpretata da Sandro Petrone, contenuta nell'album Solo fumo, uscito negli anni di lotta al tumore.

"Era orgoglioso e appassionato del suo lavoro. Sempre gentile. Pronto a partire. Un professionista che amava la tv, amava la Rai, credeva nel Servizio Pubblico", scrive oggi l'esecutivo Usigrai per ricordare il collega Sandro Petrone, volto amato da tutti in azienda: "Sandro Petrone è stato un volto, è stato una firma. Ed è stato anche un docente per decine di giovani professionisti alla Scuola di Giornalismo di Perugia.

" Parole di vicinanza e commozione anche per Gennaro Sangiuliano, direttore del Tg2: "Petrone esempio per tutti, grave perdita per il giornalismo."

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