Né Batman, né Captain America: è Abramo Lincoln il super-eroe del 2012. Al sedicesimo Presidente americano, assassinato 150 anni fa e ricordato da Barack Obama nel suo discorso al President Day, lunedì scorso («Sento una gratitudine speciale per la sua figura, che in molti modi ha reso possibile la mia storia personale e la storia americana»), vengono ora dedicati due film, fumetti e libri, mentre si celebra il 200esimo anniversario della nascita del «Grande Emancipatore».
Eroe d’azione ed eroe popolare, «l’onesto Abe», in tasca soltanto cinque dollari, quando, nel 1865, l’attore sudista John Wilkes Booth gli sparò al Ford’s Theatre di Washington, è sugli scudi da sempre. Non solo perché eliminò la schiavitù, con la Proclamazione dell’Emancipazione (1863)- perciò la devozione di Obama, primo presidente Usa afroamericano - e creò l’unità federale, sconfiggendo gli Stati confederati d’America, favorevoli allo schiavismo, ma anche perché la sua biografia offre spunti cinematografici. A cominciare dalla madre Nancy Hanks, contadina antenata dell’attore Tom Hanks e finendo con la sua nota forza fisica, dalla quale parte Abramo Lincoln, la leggenda del cacciatore di vampiri, che la Twentieth Century Fox distribuirà da noi il 24 agosto. In Rete circolano trailer e manifesti di questo film-horror in 3D, tratto dal best-seller di Seth Grahame-Smith, Pride and Prejudice and Zombies; firmato da Timur Bekmambetov e prodotto da Tim Burton, che ha spinto per fare di Lincoln un «Edward Mani di Forbice» accattivante e adatto ai giovani. La testa inclinata sotto al cilindrone, un’ascia in mano, il Presidente (Benjamin Walker) viene ritratto come persecutore di vampiri, deciso a eliminare il più temibile dei succhiasangue: colui che ha ucciso la propria madre.
«Non è per niente una commedia, ma una piacevole lezione di storia per milioni e milioni di ragazzi. Manteniamo l’aspetto tradizionale di Lincoln, il grande cappello e la barba e sarà storicamente corretto, ma con effetti speciali», spiega il regista, mentre su YouTube Abe schiva pallottole e mena colpi d’accetta sulla testa d’un vampiro. Nelle intenzioni di Tim Burton, al posto dei vampiri vanno messi banchieri e speculatori, quindi Lincoln pare attuale, mentre la finanza mondiale ci dissangua. Una ricontestualizzazione della storia, dunque, e un occhio al botteghino, che premia le creature della notte, sembrano assicurati.
Prende invece una strada più seria il biopic di Steven Spielberg Lincoln, pronto, ma in arrivo sugli schermi Usa a presidenziali finite: «Non voglio che il mio film sia strumentalizzato a fini elettorali», ha dichiarato Spielberg. Tratta dal romanzo di Doris Kearns Goodwin, Team of Rivals, tale cinebiografia si concentra sugli ultimi mesi di vita del Presidente Usa più amato (Daniel Day-Lewis) e sugli scontri con i membri del suo gabinetto, sullo sfondo della Guerra Civile. «Spero di mostrare Lincoln al lavoro e non mentre si mette in posa per i libri di scuola»", premette Spielberg, che di certo non consegnerà un santino. L’oscarizzata Sally Field nei panni di Mary Todd, moglie dell’uomo politico e il bravo Tommy Lee Jones, starring un amico repubblicano, faranno il resto. La Lincolnmania, alimentata due anni fa da Robert Redford, che con il suo The Conspirator seguiva le gesta di Mary Surratt (Robin Wright), accusata di aver cospirato per assassinare il Presidente, parte da lontano.
E ha il suo prototipo in Young Mr.Lincoln (1939) di John Ford, con un magnifico Henry Fonda, che arrivava a Springfield a dorso di mulo.
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