Mara Venier si rivela in una lunga intervista ad Alessandro Ferrucci per Il Fatto Quotidiano. Si parte dall'amore e dal matrimonio con Francesco Ferracini, il 13 giugno del 1968. "Dopo un anno di latitanza non ne potevo più, la situazione era insostenibile, e poi ogni volta che uscivo di casa sentivo il quartiere mormorarmi dietro, ero quella messa incinta e abbandonata. […] Così parto per Roma per chiudere […] Arrivo alla stazione di Roma e Francesco mi viene a prendere in Rolls Royce con altri amici; Roberto Capucci alla guida".
Da lì entra ufficialmente nel mondo della cultura e dello spettacolo, ma anche della politica di estrema sinistra: lei con il padre "fan di Almirante". Conosce i fratelli Volontè e Gabriella Ferri, con cui intrattiene una grande amicizia e a cui l'attrice veneziana ha anche salvato la vita a Pescara, quando voleva buttarsi dal cornicione di un palazzo.
Tra Campo de Fiori e il mondo dello spettacolo, Mara conosce anche la droga: ma non ci cadrà mai, come racconta a Il Fatto Quotidiano. La droga era "tantissima" dice l'attrice, "ma non ci sono mai realmente caduta. Ricordo una sera nella casa di campagna di Claudio Volontè, situazione molto hippy, con mia mamma presente: a fine cena era un classico sedersi in circolo e passarsi la canna".
Tra le convivenze che ricorda c'è quella con Melania Rizzoli, oggi assessore in Lombardia. "Otto anni e sono i più divertenti della mia vita: eravamo felici e non lo sapevamo; io portavo in dote il mondo dello spettacolo, lei frequentava i politici, era medico di molti di loro". Tra questi, c'era anche Bettino Craxi che la Venier ricorda con affetto. "Quando sono rimasta incinta di Renzo (Arbore), ho subito avuto problemi e minacce di aborto, quindi giornate intere a letto: ogni tanto passava a casa per vedere la situazione e magari Melania gli bucava il dito per misurare l'insulina".
Nell'intervista non può mancare anche un passaggio su Jerry Calà: "Passo da una storia d'amore con un attore impegnato e di sinistra a Jerry, esattamente l' opposto: avevo voglia di ridere e di spensieratezza; lui allo stesso tempo ricopriva il ruolo del compagno e del figlio". Ma ricorda anche di quando "l’ho beccato al bagno della nostra festa di matrimonio mentre pomiciava con una. Incontenibile".
Una leggerezza, tipica degli anni Ottanta, che la Venier conferma anche quando parla del #MeToo e delle molestie: "Ribadisco un concetto: bisogna differenziare tra molestia e violenza, altrimenti la confusione è totale.
[…] Se uno ti corteggia in un certo modo, magari piazza la mano sul ginocchio, non è violenza, e basta dargli due pizze in faccia. […] Con me purtroppo non ci provano più, quindi non parlo a titolo personale, ma se continuiamo così terrorizziamo gli uomini".
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