Cultura e Spettacoli

"Non sono una no vax, ma esiste la libertà di scelta"

L'attrice, protagonista de "Gli anni belli", ai nostri microfoni: "Contenta per Mattarella, ma ho sperato in una donna al Quirinale"

Maria Grazia Cucinotta: "Non sono una no vax, ma esiste la libertà di scelta"

Attrice, produttrice, conduttrice e tanto altro: Maria Grazia Cucinotta è un punto di riferimento dello spettacolo italiano. Da “Il postino” con Massimo Troisi all’esperienza nel film della saga 007 “Il mondo non basta”, l’artista messinese ha sfruttato la grande popolarità per portare avanti battaglie importanti, pensiamo alla lotta contro la violenza sulle donne e al contributo significativo nella ricerca contro i tumori al seno. Insieme a Romana Maggiora Vergano e Ninni Bruschetta è tra i protagonisti de “Gli anni belli”, opera prima di Lorenzo d’Amico De Carvalho, al cinema dal 7 febbraio grazie a Bendico.

“Gli anni belli” è il racconto di formazione di una generazione in cerca di rivoluzione. Che ne è stato di quel desiderio ribelle?

“Ancora c’è, ma si è trasformato ed è diventato una lotta mediatica. Io l’ho vissuto perché ho iniziato a girare ‘Il postino’nel 1994, ho vissuto il cambiamento nel pieno della mia vita. Dopo il trasferimento a Los Angeles, ho visto l’Italia da spettatrice e quello che è accaduto in quegli anni è stato poco piacevole. Purtroppo la lotta di ideali si è trasformata in una lotta personale, in una lotta contro l’uomo. Non c’è mai stato un partito politico che abbia saputo contrastare l’altra ideologia. Io non mi sono mai occupata di politica, ma un po’ mi ha deluso: non siamo arrivati da nessuna parte. Io sono attiva nel sociale e lotto per cose che possano cambiare la vita delle persone. Noi italiani siamo delle eccellenze, abbiamo talento nell’arte, nella moda e nell’architettura: dobbiamo mantenere alto questo standing”.

Qual è il messaggio che deve arrivare allo spettatore?

“Ci sono tanti messaggi. A parte l’ideologia politica e il lottare per le cose in cui credi, c’è la vita: ci sono tanti messaggi dove ognuno di noi si può identificare, farsi una risata e trovare una soluzione alle proprie domande”.

Da madre e moglie, quanto si rivede nel personaggio di Adele?

“Mi rivedo al 100%. Questo fattore mi ha spinta ad accettare il ruolo: quando ho letto la sceneggiatura mi sono ritrovata. I figli crescono e vanno via, tu ti ritrovi cresciuta con i tuoi problemi di donna adulta: inizi a non piacerti più, pensi di non essere all’altezza o di non essere femminile. Il mio personaggio non accetta di essere dimenticata dal marito, fa di tutto per riaccendere la fiamma: è un messaggio che mi piace lanciare. Ridicolizzandosi anche un po’, lei prova a riaccendere il rapporto e a far sì che la relazione funzioni“.

Recentemente ha parlato del sesso e della femminilità a 50 anni, messaggi importanti…

“È un impegno che porto avanti per tutte le donne. Noi viviamo in bilico su un ormone: quando siamo adolescenti abbiamo gli ormoni impazziti, poi a 50 anni gli ormoni vanno giù e tu vai giù con loro, rischi di precipitare. Il tempo che avanza è solo uno stato mentale: io ho compiuto 50 anni e ho voluto urlare al mondo intero che non siamo da rottamare. Tante volte gli stereotipi tendono a essere i nostri peggiori nemici e spesso noi donne cambiamo per essere accettate. Invece dobbiamo essere noi a eliminare questi pregiudizi e far capire che il tempo non esiste: noi siamo belle così come siamo. Quando capisci che siamo fortunate a svegliarci la mattina, accetti la rughina in più e se hai un coglione che ti fa sentire vecchia o inutile dagli un calcio in culo”.

Lei ha sfruttato la popolarità per aiutare gli altri, pensiamo alla battaglia contro la violenza sulle donne, ma c’è ancora grande lavoro da fare…

“È una lotta continua, non ci sono leggi che tutelano al 100%. Chi usa violenza oggi non viene punito. In particolare, c’è una donna che sto seguendo che aspetta di essere presa in considerazione da parte dei magistrati dopo dodici denunce per violenza e maltrattamenti. Ogni giorno mi sveglio con il pensiero che possa essere troppo tardi. Inconsciamente ti senti colpevole: non hai il potere reale di poterle aiutare. Loro restano in attesa, sospese, come se le loro vite non esistessero più. Siamo ancora molto lontani dalla soluzione: i tempi burocratici sono lunghissimi e tante volte le pene sono piene di attenuanti, con i giudici che tendono a colpevolizzare le donne per come si vestono o perché sono ubriache”.

Recentemente lei e Giulio Violati avete festeggiato i 25 anni di matrimonio e vi siete risposati. Perché questa scelta?

“Quando mi sono sposata avevo 24 anni e secondo me ero incosciente, non capivo tutto al 100%. Si cresce, ci si ritrova, subentrano mille problemi e condividendo la vita insieme, o scoppi o decidi che quello è l’amore della vita. Noi abbiamo deciso di continuare le nostre vite insieme, unendo le nostre diversità, e ci siamo risposati, con un sì consapevole”.

Qual è il suo giudizio sul dibattito sui no vax?

“Non ne posso più. Io non sono no vax, mi sono vaccinata, ma esiste la libertà di scelta. Se una persona decide di vivere la propria vita in un determinato modo, nessuno la può costringere. Io sono stata vaccinata più di una volta, ho preso il Covid lo stesso e mi sono salvata, evidentemente anche grazie al vaccino, ma io lotto per la libertà. Se una persona si ammala, fa danno solo a se stessa. Non sopporto più questa guerra che non fa bene a nessuno, viviamo in un Paese massacrato a livello economico dalla pandemia. Invece di pensare ai no vax, si potrebbero ampliare le strutture sanitarie e accogliere tutti: ancora oggi ricevo centinaia di chiamate con richieste di aiuto da persone abbandonate. Interi reparti chiusi hanno rifiutato interventi d’urgenza, perché dopo due anni non si sono attrezzati per gestire la pandemia. Ci sono patologie anche molto più gravi del Covid e si muore altrettanto. Sono diventata da anni la voce di tanti che non hanno avuto la fortuna di essere famosi e di apparire: ci sono persone che si ritrovano a morire perché prive del supporto necessario”.

Sabato è stato rieletto Mattarella al Quirinale dopo giorni di trattative…

“Sono contenta che sia rimasto Mattarella, penso sia un ottimo presidente. Ho sperato in una donna al Colle, per lanciare un messaggio di supporto in un momento con tanta violenza sulle donne. Anche perché la meritocrazia e il talento non hanno genere. Sono dispiaciuta, invece, per i voti dei grandi elettori a supereroi e attori: i politici sono pagati dai cittadini per lavorare, non per divertirsi. Quando vivi e lavori all’estero, sai che queste cose creano un danno all’immagine dell’Italia nel mondo.

E noi siamo un’eccellenza, non dobbiamo dimenticarlo”.

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